“Il re è nudo” ha festeggiato il suo primo compleanno con Antonello Riva. “Nembo Kid” è stato infatti l’ospite del primo talk show sportivo teatrale, organizzato da Raffaele Geminiani per il Municipio 7 di Milano. Presso l’auditorium Cam Olmi, venerdì è andata in scena un’altra serata di grande sport, dopo quelle con, tra gli altri, Chiappucci, Cova e Antonio Rossi. Stavolta è toccato all’ex cestista raccontarsi ripercorrendo una carriera leggendaria.
L’importanza de “Il re è nudo”
Antonello Riva ai microfoni di Milano Sportiva ha sottolineato la bellezza e l’importanza de ‘Il re è nudo’. “Stare in mezzo ai giovani ti mantiene giovane. Al di là delle battute, mi piace vedere la gioia e la freschezza dei tanti ragazzini presenti. Condividere la propria esperienza è sempre piacevole ma l’importante è riuscire a trasmetterla a tutti loro. Bisogna dare degli spunti, degli incentivi a cui aggrapparsi. Così facendo anche la loro attività sportiva può andare avanti con più serietà”.
L’intervista ad Antonello Riva
Il basket farà sempre parte della vita di Antonello Riva, reduce dal ritorno in campo all’Old Star Game, un triangolare di vecchie glorie. “Queste partite sono sempre belle, soprattutto perchè così rivedi tanti amici. Ognuno ha preso la propria strada e capita di non incontrarsi per tanto tempo. Si tratta però di persone con cui hai vissuto esperienze indimenticabili e anche i tifosi lo ricordano. C’erano più di 3.000 persone ed era anche a scopo benefico”.
Il basket di oggi
‘Il re è nudo’ è stato anche l’occasione per capire come è cambiato il basket dai tempi in cui giocava lui ad oggi. “La differenza principale è la velocità Se pensate che prima avevamo 30 secondi ad azione e ora 24… Questa regola ha influenzato molto il gioco. E poi i giocatori di adesso sono molto diversi. Io ho sfruttato il vantaggio di avere una fisicità superiore ai miei pari ruolo. Oggi invece sarei normale, sono tutti alti e grossi come me”.
Il record di punti
Antonello Riva fa il modesto ma il primato di punti realizzati in serie A è ancora suo. “I record sono fatti per essere battuti. Certo, ora tanti giocatori vanno all’estero, come gli italiani andati in Nba. Con le nuove regole è anche impossibile stare in campo 40 minuti e quindi è più difficile segnare tanto. Magari tra qualche anno giocheranno 50 partite all’anno… Ora come ora però è difficile che qualcuno riesca a fare meglio di me“.
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