
La Roma ha ufficializzato, questa mattina, con una nota sul proprio profilo Twitter l’addio di Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo, dunque, non dirigerà più il club giallorosso nella prossima stagione. Ma sarà pronto per la sfida che lo aspetta in casa Inter?
Si chiude il rapporto di lavoro tra #ASRoma e Luciano #Spalletti
Leggi il comunicato https://t.co/7hsgz89dv7 pic.twitter.com/5PM0eoNDer
— AS Roma (@OfficialASRoma) 30 maggio 2017
Spalletti lascia la Roma
La domanda è lecita. La risposta non pare così scontata. Certo, Spalletti ha dei punti di forza indiscutibili. Ha fatto giocare bene la Roma. Ha creato a tratti anche spettacolo. Ha rigenerato Dzeko e consacrato Emerson e Paredes. Bene. Ma come ha gestito Totti? E soprattutto: il salto di qualità c’è stato? Domandare è lecito, rispondere è cortesia. E’ indiscutibile che questa squadra non sia mai riuscita nemmeno ad avvicinarsi alla Juventus. Che sarà anche di un altro pianeta, certo. Ma quando giochi per vincere devi puntare in alto.
All’Inter per vincere
E in casa Inter vogliono vincere. Punto. Non c’è tempo da perdere. Che già se n’è perso parecchio. E difatti la sua nomina arriva proprio in quest’ottica. La società vuole un allenatore già preparato e che conosca bene le dinamiche italiane. In questa settimana Walter Sabatini, coordinatore tecnico dei club Suning, chiuderà per il suo arrivo. “È un candidato molto serio ma dobbiamo vedere…”, ha ribadito. Ma il dado ormai è tratto. E Spalletti sarà a Milano già in settimana per firmare i contratti e legarsi all’Inter. Indiscrezioni parlano di mercoledì o giovedì quali giornate di presentazione alla stampa.
Dovrà gestire lo spogliatoio
Il compito di Luciano Spalletti all’Inter sarà molto difficile. Accoglie una squadra che ha salutato prima De Boer. Poi è stata affidata a Vecchi. Poi l’arrivo di Stefano Pioli e il suo esonero. E il ritorno di Vecchi. Mal di testa solo a leggerlo. Per non parlare del fatto che lo spogliatoio andrà gestito. E che la squadra sarà totalmente rivoluzionata. Ma se il compito fosse stato facile, non avrebbero chiamato lui. Che avrà anche agito forse in modo poco ortodosso con Francesco Totti. Ma che rimane uno che vuole vincere.