Matteo Piano è stato il protagonista della diretta Instagram promossa da Randstad, partner di Powervolley Milano, con Jack Sintini, head of randstad sport.
Le parole di Matteo Piano
“È fondamentale allenarsi a livello mentale, è una parte di noi che conosciamo man mano che cresciamo e ci perfezioniamo, affinando il nostro modo di fare e di essere dentro e fuori dal campo. È tanto importante quanto lo è l’allenamento della parte fisica. Penso che ognuno di noi abbia i propri punti di forza, ma quello mentale è un aspetto che tutti noi dovremmo considerare”.
L’infortunio
“L’ultimo infortunio che ho subito mi ha dato in dote un periodo che al tempo stesso è stato bellissimo e difficilissimo. Bellissimo perché ho sentito l’affetto dei miei compagni e della mia squadra, ma difficilissimo perché ero in mezzo a persone sane che giocavano a pallavolo, che è quello che so fare e volevo fare. È un tempo bellissimo perché sono sempre stato focalizzato sul mio recupero, ma difficilissimo perché ora che la stagione è finita ho magari meno stimolo per tornare in campo per un campionato che è chiuso. Sicuramente ho cercato di prendere tutto in allegria, perché fa parte del mio modo di essere. Penso che ognuno con la propria esperienza può contaminare l’imprevisto. È ciò che noi facciamo quando ci capita qualcosa che ci rende delle persone speciali, ognuno con le proprie risorse. È importante sapere quali sono i propri punti vulnerabili e scoprire le cose che ci toccano, per intenderci quelle corde che non sono felicissime. Ognuno scopre se stesso, ed è anche bello capire le proprie fragilità. Mi sento forte ma allo stesso tempo mi sento fragile. Sono un uomo forte con le proprie fragilità».
Powervolley Milano
“Non mi immaginavo capitano: ho scoperto nel tempo cosa significa esserlo. All’inizio ero molto concentrato su cosa fare bene o non bene, soprattutto perché facevo il paragone con i miei capitani del passato. Poi ho capito che dovevo essere semplicemente me stesso: ho sempre cercato di fare del mio meglio in quello che sono, provando a dare il massimo agli altri, ma al tempo stesso prendendo qualcosa dagli altri, ma sempre apprezzando la diversità. È una responsabilità, un onore che mi sento addosso, ma è un qualcosa di positivo”.