
Sarà un Natale di riposo forzato per il Vittorio Veneto che, come tutte le società di volley, si è dovuta fermare a seguito delle disposizione della Federazione, a loro volte conseguenza del Dpcm dello scorso 3 dicembre. Fino a metà gennaio, le uniche attività consentite saranno quelle riguardanti i campionati nazionali di Serie A e B. Con la prima squadra che milita in Serie C, i neroverdi dovranno quindi osservare un riposo più lungo del solito, cosa che rappresenta davvero un’eccezione in una storia fatta di sette decenni decisamente densi di eventi.
Vittorio Veneto: una fucina di campioni
Risale infatti all’autunno del 1950 la fondazione della società, diretta emanazione del Liceo Vittorio Veneto grazie all’iniziativa del Prof. Marinotti, che formò cinque squadre, in rappresentanza di altrettanti classi. Arrivata fino alla Serie A, la squadra vent’anni dopo passò dalla guida del fondatore a quella del Prof. Bazan, timoniere di un percorso che la porterà a ottenere importanti successi e a inaugurare con Claudio Galli la formazione di atleti destinati a lasciare il segno anche in azzurro, in un solco che poi sarà percorso anche da Daniele Vergnaghi e Paolo Cozzi. Dal 1989 al 1996 alla presidenza c’è stato Adriano Pucci Mossotti, che poi da presidente Fidav ha accolto la società al Centro Pavesi, dove tuttora ha la sua sede.
Vittorio Veneto: l’era-Vignati
Dalla stagione 2010/11 la presidenza è affidata a Enrico Vignati, che è dovuto ripartire dopo una fase nella quale, venuto a mancare nuovamente il sostegno economico, la società è stata costretta a cedere quasi tutta la sua attività.
Grazie all’arrivo di nuovi sponsor e al sodalizio con il Power Volley (del quale il Vittorio Veneto dal 2012 rappresenta il settore giovanile), la storia neroverde è ripartita di slancio e oggi ha squadre in 12 categorie, dalla Serie C scendendo fino all’Under 12. Un fiore all’occhiello dello sport milanese, come dimostra anche la certificazione di qualità “argento” che la Federazione ha attribuito al suo vivaio per la stagione in corso.
Una stagione fortemente segnata dalla crisi del Covid-19, ma nella quale si celebrano i 70 anni di attività: un traguardo da festeggiare con il dovuto orgoglio, ma, come sempre, guardando al futuro.