Comunque la si pensi, il ritorno di Lukaku all’Inter è inaspettato. Dopo averlo venduto meno di un anno fa per 115 milioni di euro al Chelsea, i nerazzurri, sfruttando i malumori del belga che in campo con la maglia blu si è sempre trovato a disagio, sono riusciti a riaverlo in prestito per una stagione pagando una cifra intorno ai 20 milioni. Questo perché Romelu ha deciso di decurtarsi lo stipendio. Alzi la mano chi avrebbe mai immaginato che la volontà di quello che la Curva Nord considerava il suo beniamino numero uno avrebbe prevalso su qualsiasi logica economica. Al di là di questo affare dalle venature fiabesche, visto che l’amore di Lukaku per l’Inter ha vinto su tutto, siamo sicuri che alla squadra oggi allenata da Inzaghi serva un ariete come l’ex numero 9? Se è vero che è stato uno dei protagonisti dell’ultima cavalcata tricolore del Biscione, è anche vero che sono cambiati i tempi, o meglio, è cambiato il modo di giocare dei nerazzurri.

Ieri il contropiede, oggi il palleggio ragionato

L’Inter di Conte non poteva prescindere da Lukaku, perché il tema tattico dell’allenatore leccese, vincitore di un meritatissimo scudetto, era “tutti dietro a difendere e poi palla lunga per il contropiede”. Ora però c’è l’Inter di Inzaghi, che è solita offrire una manovra piuttosto convincente grazie al palleggio insistito che dalla difesa arriva fino all’attacco. Dunque Big Rom sarà chiamato d'ora in avanti a giocare di squadra, il che non è nelle sue corde come dimostrato dalla brutta parentesi al Chelsea, formazione che la scorsa stagione ha puntato tutto sul giro palla. Detto altrimenti, Lukaku dà il meglio di sé quando la squadra gioca per lui. Dunque qualche dubbio sul ritorno del figliol prodigo Romelu c’è eccome. C’è anche da dire a difesa di questo affare reso possibile dal lavorio di Marotta, che durante il prossimo campionato anomalo si scenderà in campo ogni 3 giorni, perché a novembre ci si fermerà per dare spazio al mondiale in Qatar. Infatti, nonostante il calendario folle per la prossima stagione durante la quale la rosa sarà messa a dura prova, un calciatore fisicamente ben dotato come il belga farà sicuramente comodo all’Inter. Džeko, al contrario, farà fatica a sostenere tali ritmi, e questa cosa si è già vista durante la lotta scudetto tutta milanese dello scorso anno. Certo bisogna vedere se resterà nelle fila della Beneamata o, se come sembra, verrà ceduto all’estero (si è spesso parlato in questi ultimi giorni del bosniaco quale vice Benzema).

Il lavoro oscuro di Džeko

È proprio Džeko attraverso il suo lavoro oscuro, fatto di tanto pressing e altrettanto giro palla, ad aver dato equilibrio alla formazione di Inzaghi. Giocando come regista d’attacco, il bosniaco si è impegnato, spesso riuscendoci, nell’innescare gli interpreti di fascia, tra cui lo straordinario Perišić, immarcabile l’anno scorso. Lukaku potrebbe forse, per amore dei nerazzurri, trasformarsi nel nuovo Edin? Evidentemente no. Dunque l’Inter dal 13 agosto in poi rischia, perché o Inzaghi cambia modo di giocare o avrà in Romelu un terminale offensivo meno decisivo rispetto ai tempi di Conte.  

Le cose per i nerazzurri si complicherebbero ulteriormente se arrivasse Dybala. Come far coesistere l’argentino ex Juve, Lautaro e Lukaku? Probabilmente non si può, a meno che la Beneamata voglia nel corso di qualsiasi partita spezzarsi in due tronconi, con un centrocampo che non comunica con l’attacco, costretto come è a guardarsi continuamente alle spalle. Insomma, questi 3 tenori del goal farebbero la fortuna solo di chi partecipa al Fantacalcio, ma non dell’Inter che prenderà parte a un campionato reale che si prospetta duro e pieno di insidie. Non solo perché, come già detto, si scenderà in campo ogni 3 giorni, ma anche perché ci sono realtà sportive, tra cui il neopromosso Monza, che saranno difficili da affrontare, perché faranno di tutto per giocarsela contro chiunque. Anche contro l'Inter della nuova Lu-La.