Campo Aperto Festival, esperimento riuscito. Una cinque giorni, svoltasi recentemente nei locali della Fabbrica del Vapore a Milano, interamente dedicata al calcio, nelle sue forme più variegate. Per discutere del gioco più bello del mondo in maniera diversa, lontano dalle copertine patinate dei divi del pallone. Una full immersion di dibattiti che hanno visto protagonisti giornalisti tra i più apprezzati del panorama sportivo italiano, opinionisti, scrittori. Qualche nome? Dario Ricci, Roberto Brambilla, Francesco Caremani, Federica Seneghini. Nicola Sbetti. A fare da contorno concerti, mostre, esposizioni di libri e fumetti dedicati al mondo del calcio. Numerosi i temi trattati, molti di essi non scontati. Dai nuovi linguaggi e nuovi format che caratterizzano l’odierna comunicazione sportiva al rapporto tra calcio e letteratura. Dal rapporto tra calcio, storia e capitalismo al rapporto tra calcio, politica e società. Molto spazio è stato dedicato al calcio femminile e a quello identitario. Gli organizzatori (Altro Pallone, The Pitch e Calci Comunità Resilienti) già pensano ad arricchire parterre ed interventi in previsione della edizione del prossimo anno. Orgogliosi del risultato conseguito, 600 ingressi sono la prova della sensibilità del pubblico verso un modo diverso di comunicare il calcio. Perché un altro calcio è possibile.

Campo Aperto Festival: evento partecipato, concept in via di sviluppo

Abbiamo voluto che Campo Aperto Festival fosse un concept che accomunasse le nostre tre realtà – afferma Stefano Marrone, direttore di The Pitch - Lo abbiamo impostato in modo che diventasse una reunion, non solo tra addetti ai lavori. Ma fosse soprattutto un evento diverso, un momento nel quale le persone potessero usufruire del lavoro di tanti giornalisti, opinionisti, scrittori con la comune passione del calcio Per conoscersi e confrontarsi. Già in questa edizione, che noi consideriamo l’edizione pilota, i numeri sono stati incoraggianti. Strepitosa la partecipazione del pubblico. Ed ancora più incoraggianti le domande , mai banali. Dimostrazione che Campo Aperto Festival è stato un evento partecipato” Ma non solo. “Qualcosa si è mosso intorno all’evento a cominciare dall’interessamento di diverse testate giornalistiche – dichiara soddisfatto Stefano Marrone – Questa edizione, che per noi è stata quella pilota, è stata molto incoraggiante. Vorremmo replicare l’anno prossimo, con una programmazione che lasciasse un po' di spazio tra un talk e l’altro. Cosi da dare a tutti maggiori possibilità di incontro, al di fuori dei vari interventi. E soprattutto coinvolgere atleti disabili, quest’anno per via della pandemia abbiamo preferito evitare a garanzia della loro sicurezza

Calcio, il linguaggio con il quale narrare la società

"Non ci mai stati tempi morti durante la manifestazione, mai abbiamo dovuto invitare le persone ad entrare per ascoltare i diversi panel – prosegue con soddisfazione Stefano Marrone – La qualità degli interventi, la partecipazione del pubblico, l’interesse di testate che hanno ripreso l’evento, hanno quasi fatto diventare Campo Aperto Festival un seminario” Un successo, nato da una idea di Altro Pallone. “Da vent’anni ci occupiamo di promozione dello sport come strumento educativo e di inclusione sociale - spiega Gian Marco Duina, vicepresidente di Altro Pallone – Campo Aperto Festival è stato un momento nel quale il calcio si è aperto a centinaia di persone. Tornare a essere in presenza con colleghi, amici e personalità che condividono un’idea, un progetto, è stato emozionante. Crediamo tutti in un mondo del calcio differente. Con una attenzione particolare, non solo ai risultati ma anche al mondo della cultura, della politica, della musica, della letteratura, dell’identità. Perché il calcio è veramente un linguaggio con il quale narrare la società odierna. Farlo a Milano ha un significato particolare. Milano è la città del calcio europeo, l’unica che conta due squadre vincitrici della Champions League. Campo Aperto Festival - conclude Gian Marco Duina - traccia una strada, nuova e innovativa. Per un calcio diverso"