Punta all’oro nel Para Snowboard ai Giochi di Milano Cortina 2026, nell’attesa si allena e sottolinea: “È arrivato il momento che si faccia il salto di qualità, che l’atleta paralimpico sia visto come un normodotato”. Lui è Riccardo Cardani che da cinque combatte per mostrare all’Italia che il movimento paralimpico esiste, vince e motiva i disabili nelle battaglie quotidiane.

Il contratto con l'esercito

In attesa di Milano Cortina, per il 30enne di Robecchetto con Induno nell'hinterland Ovest di Milano, è arrivata nei giorni scorsi una grande soddisfazione. Si tratta di un contratto con l’esercito, Gruppo sportivo paralimpico della Difesa, formazione che promuove lo sport tra i militari vittime di lesioni o malattia permanente.

L’amore per il nuoto e lo snowboard

La storia dell’atleta azzurro, lo scorso anno alle Paralimpiadi di Pechino, risale a 12 anni fa, quando perse l’uso del braccio destro a causa di un incidente. Precisamente a luglio del 2009, non ancora maggiorenne cadde in moto prima di raggiungere il posto di lavoro. Uno schianto che gli cambiò la vita. Le ore successive sono terribili, perchè all’ospedale non viene operato immediatamente. Le fratture sono importanti: una scapola è spappolata e qualche vertebra è compromessa. Per questo resta sei mesi ricoverato immaginando il futuro con il braccio destro paralizzato. La risalita per Riccardo arriva con l'acqua, una delle sue passioni insieme a neve, chitarra, batteria e pianoforte. E', infatti, grazie al nuoto che Cardani dopo il grave trauma si rialza. L'acqua per Riccardo diventa una sorta di trampolino di rilancio. Ma la svolta che porta il milanese a sfidare la neve arriva grazie ad una nuotatrice che gli presenta un atleta azzurro del Para snowboard, un'altra delle sue passioni. Una stretta di mano ed è subito montagna, i primi test, la velocità e il surf sulla neve contro il parere di tutti, genitori compresi.