Cinque Mulini, una gara unica. Conosciuta in tutto il mondo. Non solo per quel mulino, che unico sopravvissuto dei cinque originali, rappresenta il forte legame del territorio con questa manifestazione ma soprattutto per la grande passione degli organizzatori dai tempi di Giovanni Malerba e Alfredo Turri. La decana delle corse campestri, delle quali incarna perfettamente lo spirito, vanta un albo d’oro costellato da atleti di prima grandezza nella disciplina del mezzofondo. Nella sua lunga storia, ha infatti potuto annoverare, tra i partenti, ben trentotto Campioni Olimpici che hanno conquistato un totale di 51 medaglie d’oro. L'appuntamento, per la storica 90° edizione, è al Campo di Via Valloggia di San Vittore Olona, domenica 30 gennaio 2022 (per il programma delle gare cliccare qui). Di seguito, le testimonianze di organizzatori, amministratori, ex atleti.

Cinque Mulini, una gara nobile

Non si arriva a novanta edizioni per caso - sono le parole dell’ex campione europeo dei 10000 metri piani a Stoccarda 1986 Stefano Mei, oggi presidente Fidal – Non ci si arriva senza una solida visione, una passione sconfinata e un impegno che non si è mai fermato. La Cinque Mulini è una corsa nobile, insegna ad apprezzare cosa sia il sacrificio all’interno di una gara. Un vanto per l’atletica italiana e per tutta l’atletica mondiale, nei luoghi calcati da tanti ori olimpici e dai più grandi campioni della corsa campestre. Una festa di sport, in uno scenario che definire suggestivo è poco. Avrà sempre un posto speciale nel mio cuore

Mai fermi, neanche durante la pandemia

Non ci siamo mai fermati, neanche durante la seconda Guerra Mondiale – afferma con fierezza Giuseppe Stampino, Presidente Unione Sportiva San Vittore Olona – Non poteva certo essere la pandemia a costringerci a farlo” Anzi, mai come quest’anno la Cinque Mulini è viva. “Abbiamo coinvolto i ragazzi delle scuole nella realizzazione dei cartelli di tutte le nazioni che hanno partecipato alle varie edizioni, protagoniste domenica della sfilata storica. Abbiamo anche allestito una mostra fotografica. per ripercorrere la storia della Cinque Mulini"

Omaggio ai campioni del passato

"Sulla brochure della manifestazione - prosegue Giuseppe Stampino - abbiamo creato una doppia copertina. Una dedicata ai vincitori della passata edizione, l’altra dedicata agli atleti che riteniamo più rappresentativi della Cinque Mulini. Da Billy Mills a Grete Waitz. Da Alberto Cova, ultimo vincitore italiano nel 1986, a Paola Pigni, prima vincitrice italiana nella gara femminile” Di quest'ultima scrive l'ex nazionale italiano Franco Fava: "Se oggi milioni di donne in tutto il mondo corrono in strada e nei parchi e la corsa al femminile ha acquisito pari dignità, lo si deve a lei. La passionaria del mezzofondo in pista"

Una pietra miliare

La continuità della Cinque Mulini riflette in maniera significativa la passione e l'impegno profuso in tutti questi anni dal comitato organizzatore - conferma Sebastian Coe, oggi Presidente della Federazione Internazionale di Atletica Leggera - L’inserimento nella selezione Gold del nuovo World Athletics Cross Country Tour e la World Athletics Heritage Plaque nel 2019 sono il giusto riconoscimento di una autentica grande pietra miliare

Passione ed entusiasmo, il legame con il territorio

Passione ed entusiasmo che hanno fatto la differenza. “E’ partito tutto da un gruppo di sanvittoresi – sottolinea Daniela Rossi, Sindaco di San Vittore Olona - Ma è l’intera cittadinanza che nutre orgogliosamente un profondo legame con il territorio” Un legame così intenso da trasferirsi anche agli atleti che partecipano alla gara e del quale respirano l’atmosfera. “I loro volti trasfigurati dalla figura e dal sudore ne sono l’immagine

Una gara sentita da tutti

Cinque Mulini è una gara che travalica ogni confine territoriale. Dove tutti, proprio tutti, si sentono a casa. Grazie ad una organizzazione straordinaria nessuno straniero si è mai sentito tale. “Quando ho avuto modo di parteciparvi, nella passata legislatura, in qualità di Assessore di Regione Lombardia – conferma Antonio Rossi, attualmente Sottosegretario allo Sport di Regione Lombardia - mi sono reso conto dell’entusiasmo che avvolge questa competizione, dal pubblico agli addetti ai lavori. Una gara sentita veramente da tutti”

Scuola di vita e di educazione, anche per i campioni

Ma soprattutto quando parliamo di Cinque Mulini, parliamo di qualcosa che va ben oltre l’evento sportivo. “Giovani o campioni non importa, per chiunque partecipi alla Cinque Mulini - sono le parole del Vicepresidente del Consiglio Federale Fidal, Grazia Vanni - la corsa campestre è educazione. Utilizzata in preparazione alla stagione all’aperto, ti permette di affrontare le situazioni che trovi in pista

La testimonianza di Francesco Panetta

L’ex mezzofondista, oro ai Mondiali di Roma 1987 nei 3000 siepi, Francesco Panetta porta la sua testimonianza. “Si passa da qui, la Cinque Mulini rappresentava la chiusura della prima parte di stagione. Veniva subito dopo il Cross delle Nazioni e la Coppa del Mondo di Cross, era il termometro che diceva se avevi lavorato bene durante l’inverno. Ad oggi rimane il rammarico di non avere centrato una vittoria. Ma essere arrivato terzo, nel 1987, dietro due kenyani, dei quali uno arrivò sul podio dei 10000 metri davanti a me, è comunque una bella soddisfazione. Alla Cinque Mulini hanno sempre partecipato i più forti mezzofondisti al mondo

Competizione ad alto tasso tecnico, africani da battere

A conferma di quanto sopra, anche per questa storica edizione della Cinque Mulini saranno presenti i migliori mezzofondisti al mondo. Al via, con il pettorale numero 1, il campione in carica, l’etiope Nibret Melak che cercherà di bissare il successo della passata stagione. Assieme al connazionale Worku Tadese, campione mondiale under 20 sui 3000 metri. Sempre temibilissimi, gli africani potranno contare anche su Levy Kibet e Daniel Kinyanjui, due giovani talenti con un promettente futuro. Tra gli altri, Oscar Chelimo, già quarto nella passata edizione, Joel Ayeko e Samuel Kibet, bronzo sui 3000 metri di categoria. Gli italiani rispondono. Con i testa i siepisti, i due fratelli Ala Zoghlamie Osama Zoghlami, che daranno loro filo da torcere.

Le speranze vengono dal femminile

In campo femminile, kenyane sempre favorite. Teresia Mutoni Gateni, campionessa mondiale under 20 nei tremila metri, Zena Jemutai Yego e Muli Lucy Mawia le atlete da battere. Mai come in questa edizione, le azzurre hanno però la possibilità di salire sul podio. Su tutte, Nadia Battocletti, la ventiduenne atleta trentina che ha fatto incetta di titoli giovanili di corsa campestre. L’ultimo titolo continentale, quello conquistato a Dublino lo scorso dicembre davanti alla slovena Klara Lukan che ritroverà in gara proprio domenica. Insieme a lei, pronte a sferrare l’attacco, l’intera squadra che ha vinto la medaglia d’oro ai recenti Europei di corsa campestre under 23.

Cambio di mentalità, si avvicinano i mondiali

Atleti validi quindi li abbiamo, ma serve un cambio di rotta per tornare ad essere protagonisti nel mezzofondo. “Nel settore femminile abbiamo cominciato a fare qualcosa di buono – puntualizza Antonio La Torre - Direttore Tecnico Fidal - ma sembra che ci siamo rassegnati al dominio degli africani. Nonostante non esista prova scientifica che siano imbattibili. Dobbiamo cambiare mentalità ed atteggiamento, a fine dicembre ospiteremo i campionati mondiali di corsa campestre”

Dare del tu alla fatica, per tornare protagonisti

Dare del tu alla fatica, il segreto del cambiamento. “Dobbiamo farlo passando attraverso la corsa campestre. Viceversa non torneremo mai ad avere peso, almeno a livello europeo. Non esiste carriera di un mezzofondista, breve o lunga che sia – conclude Antonio La Torre - che non abbia attraversato la strada della corsa campestre