Coppa Giove, tre giorni di grande basket

Coppa Giove, da molti ritenuta una sorta di Eurolega giovanile. Un torneo che piace, a dimostrarlo la partecipazione di squadre provenienti da tutta Europa, quella di campioni del più o meno recente passato, l’ottima cornice di pubblico. Sedici squadre Under15 che sui parquet della Forti e Liberi e del Centro Sportivo Nei di Monza, nonché su quello del Centro Sportivo di Villasanta hanno appassionato, dal 17 al 19 giugno, organizzatori e spettatori.

Un torneo che piace

Quest’anno è come se avessimo raggiunto la maturità – dichiara emozionato Anton Giulio Giove, co-organizzatore del torneo - La Coppa Giove è un torneo nato 32 anni fa, quest’anno ha ottenuto l’investitura da chi vive il basket tutti i giorni” Nato per ricordare la figura di Alberto Giove, promessa del basket tragicamente scomparso, è ormai considerato un torneo trai i migliori d’Europa. “Non so quale sia il segreto ma è un torneo che piace molto

Una partecipazione molto sentita

Questa edizione è stata molto sentita – commenta Raffaele Geminiani, moderatore del talk show introduttivo alla manifestazione – nonostante la difficile situazione internazionale legata alla pandemia che ha portato alla defezione delle squadre spagnole” Numerose comunque le squadre proveniente da ogni parte d’Europa. “Hanno partecipato una selezione estone nella quale militano cinque giocatori della loro Nazionale, Il Postdam finalista del campionato polacco, una squadra bosniaca, lo Zalgiris Kaunas vincitore del torneo” Alcune seguite da un pubblico calorosissimo, tra gli spalti anche Alessandro Abbio.

Un parterre ricchissimo di campioni, non solo di basket

Forse per la prima volta - rileva Raffaele Geminiani - ad una manifestazione giovanile si sono visti così tanti grandi campioni raccontarsi di fronte a ragazzi giovanissimi. Il talk show è stato un momento di grande vicinanza che ha fatto da traino a tutta la manifestazione” Tra coloro che ne hanno preso parte alcuni campioni del nostro basket, mentre nel parterre erano presenti dirigenti sportivi e campioni anche di altre discipline. Tra questi, Marco Marchei, Massimo Cuttitta, Antonella Mauri.

Momento di occasione e di crescita

Tra coloro che preso la parola per portare la propria testimonianza, Charlie Caglieris. “Per i ragazzi - sottolinea l’ex playmaker della Nazionale Campione d’Europa a Nantes 1983 - la Coppa Giove è una occasione irripetibile che devono sfruttare. Un momento di confronto e di crescita, che però non deve limitarsi alla sola pratica sportiva. Devo credere nei loro sogni, ma devono anche essere consapevoli che c’è un’altra vita oltre lo sport

Studio e sport, la testimonianza dei campioni

Giocare, divertirsi, studiare, sono solo parole se non le applichi - prosegue Charlie Caglieris - Giorgio Papetti ha sottolineato come lo studio faccia bene allo sport. A fine carriera, dopo la laurea conseguita mentre giocava in Serie A, è diventato medico. Io invece sono diventato insegnante di educazione fisica, Alberto Merlati (l'"ex muro di Cantù", anch’egli presente al talk show) imprenditore" Ad affascinare i ragazzi con le sue vicende sportive, Dino Meneghin. “Ho parlato dell’oro europeo di Nantes, dello scudetto vinto con Varese, dei duelli sportivi con mio figlio Andrea

Sul parquet squadre italiane e straniere, vincono i lituani

Sedici squadre, tra italiane e straniere. Tra le squadre italiane, Pallacanestro Varese, Virtus Bologna, Bernareggio Basket, Stella Azzurra Roma, Olimpia Milano. In campo anche il figlio di Luis Scola. A vincere però una squadra non italiana. “Ha vinto il Visi Kartu Kaunas, dopo tante finali disputate – racconta Raffaele Geminiani – Un grande collettivo composto anche da grandi solisti. Ha sorpreso l’Olimpia, data per favorita, con la velocità. L’intuizione sul passaggio finale è stata fondamentale per fare la differenza

Visi Kartu Kaunas, qualità a prescindere

Una squadra, il Visi Kartu Kaunas (che nella lingua lituana significa "tutti insieme"), che ha decisamente impressionato. “I ragazzi lituani – precisa Anton Giulio Giove - hanno espresso un basket elegante. Il fatto poi che questi ragazzi, assemblati nel corso dei mesi dal coach Tomas Kersis, si è vista insieme per la prima volta ad una settimana dall’inizio della manifestazione rende l’idea della loro qualità” Un modo diverso di intendere il basket, quello di lituani ed italiani.

Una bella parentesi di sport

Questa edizione della Coppa Giove è stata sempre molto vivace, anche per gli scambi culturali. Basta pensare ai lettoni e a noi, tanto freddi e glaciali loro quanto calorosi noi. Ma si è comunque respirato un bel clima tra tutte le squadre, tra le squadre e gli arbitri. E’ stata – conclude Anton Giulio Giove - una bella parentesi di sport”