Trenta grandi storie, trenta racconti nei quali a fare da protagonista sono soprattutto le grandi rivalità che hanno contraddistinto la grande epopea dello sport contemporaneo. Sfide e momenti indimenticabili, che raccontano, nella loro dimensione epica ed umana insieme, momenti decisivi della storia dello sport. Un ritratto dei loro protagonisti, uomini e donne che hanno sfidato se stessi per raggiungere l’obiettivo di una vita. Per divenire, talvolta, esempio di riscatto politico e sociale. E andare oltre la dimensione sportiva. A raccontarceli è Dario Ricci, nel suo ultimo libro “Match Point” (Nomos Edizioni). Di seguito, l’intervista all’autore.

Match Point, emozioni su carta

Sono tutte storie che per me sono significative ed emblematiche – dichiara Dario Ricci Storie che mi hanno incuriosito o con le quali ho un legame autobiografico” Come il gol di mano di Diego Armando Maradona durante la semifinale mondiale ai Campionati del Mondo 1986. “Ho raccolto i ricordi di un collega italo- argentino presente quel giorno allo Stadio Atzeca di Città del Messico. E li ho integrati alle mie personali emozioni” Emozioni su carta, quindi. Ne è esempio il capitolo dedicato a Usain Bolt e al suo grande rivale Justin Gatlin.Quasi tutta la carriera di Usain Bolt - ricorda Dario Ricci - ho avuto la fortuna di vederla dal vivo. Una esperienza che mi colpito, le emozioni che ho vissuto le ho volute trasmettere nelle pagine di questo libro

Una library dalla quale attingere

A trasmettere emozioni non sono però solo le parole, il libro è arricchito dalle illustrazioni di Daniele Simonelli. “Daniele ha saputo cogliere con grande acume l’essenza stessa di alcune di queste storie. Come la vittoria di Federica Pellegrini a Budapest nel 2017. Anche in questo caso ho avuto la fortuna e l’onore di viverla dal vivo. Fu autentica rinascita, dopo il quarto posto a Rio De Janeiro nel 2016. Riuscì, in rimonta all’ultima vasca, a conquistare quell’oro fantastico. Una vittoria che rimarrà nella storia dello sport. Una di quelle che di diritto fa parte della library alla quale un appassionato può attingere

Oltre la dimensione sportiva

C’é comunque sempre un motivo per raccontare storie e raccontarle bene - sottolinea Dario Ricci - Dentro Match Point si possono trovare percorsi di vita, vicende con risvolti sociali e politici che vanno oltre la dimensione sportiva. La cosa importante è riuscire a regalare leggerezza e allo stesso tempo profonditàChiaro riferimento a Vera Caslavska e al miracolo di Medinah. La prima, grande ginnastica cecoslovacca che a Messico 1968 prese posizione contro l‘invasione sovietica di Praga. Il secondo, espressione di una vittoria sportiva nel nome di un grande campione. “Alla Ryder Cup 2012 il team europeo batté quello statunitense indossando i colori di Severiano Severiano Ballesteros, il grande campione spagnolo scomparso pochi mesi dopo avere a lungo lottato contro un tumore

Obiettivi da raggiungere, nonostante tutto

Ma se devo proprio individuare un racconto al quale mi sento particolarmente legato – evidenzia l’autore - è senza dubbio quello che ho dedicato al Tourist Trophy, la madre di tutte le corse. Una vera odissea motociclistica” Anche in questo caso a fare da sfondo è una grande rivalità, quella tra Mike Hailwood e Giacomo Agostini. Il campione già affermato e il campione emergente. Due approcci diversi ma lo stesso dna, la stessa voglia di vincere. Sempre e comunque, ad ogni costo. Dalle loro gesta traspare l’essenza dell’essere motociclista. “Rischiare la vita ad ogni curva, questo significa il Tourist Trophy. Con esiti spesso tragici, al giugno 2019 vantava il triste tabellino di 260 decessi dalla prima edizione nel 1907. Al Tourist Trophy non conta vincere ma arrivare in fondo, vivo

Quando il nome segna un destino

Al di là dei rifermenti autobiografici e di coinvolgimenti emotivi, in Match Point c’è spazio anche per le curiosità . 14 giugno 1998, gara -6 della finale NBA Utah Jazz - Chicago Bulls. Mancano 5 secondi alla fine, l’immenso Michael Jordan sbilancia il suo marcatore e segna il canestro della vittoria. La guardia degli Utah Jazz esce sconfitto dal duello, e dal parquet. Bryon Russell, il suo nome. “Sembra un nome sbagliato, scritto male. Se lo digiti su Internet, viene corretto in Byron. Questo errore mi sembrava già un indizio che qualcosa sarebbe andato male. Forse avevano ragione i Latini quando dicevano che nel nome vi è un presagio”

Realtà nascoste, dietro grandi successi

Ma se Byron Russell recita lo scomodo ruolo dello sconfitto, Varenne è l’immagine dei grandi trionfi. “Leggenda a quattro zampe, ambasciatore di un sentimento nazionale, lo hanno definito il più forte trottatore di tutti i tempi. Fenomeno mediatico al punto di essere protagonista di un articolo sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport, a firma del direttore di allora Candido Cannavò” Espressione di una eleganza vincente, in un ambiente che elegante non era. “Ha infiammato gli ippodromi italiani all’inizio degli anni 2000. Ma io, che avevo la conoscenza indiretta degli ippodromi romani, mi rendevo conto che dietro lo scenario della grande ippica si nascondeva quello drammatico di una realtà violenta nella quale le persone si rovinavano e le famiglie si perdevano

Storie da esplorare, con la giusta curiosità

Quella perfezione che Varenne ha portato negli ippodromi, Jonny Wilkinson l’ha portata sui campi di rugby. “Un atleta che ha costruito in modo scientifico un gioco perfetto. Un percorso nel quale mente e corpo, lavoro e piacere, abitudine e istinto si mescolano e si fondono. Jonny Wilkinson ha cercato prima di acquisire la tecnica per poi trasformarla in una abitudine. Alla fine l’ha resa un istinto. Un percorso emozionante e straordinario” Un libro ricco di storie, Match Point. Da esplorare con la curiosità giusta. “Basta pensare alla sfida tra Valentina Vezzali e Giovanna Trillini, due campionesse cresciute nella medesima cittadina a poche decine di metri l’una dall’altra. Entrate in palestra quasi insieme, per poi ritrovarsi anni dopo su una pedana a contendersi una medaglia olimpica. Una storia che esalta la provincia italiana

Campioni e campionesse, la loro natura un mistero ancora da decifrare

Il legame autobiografico rimane comunque l’elemento attorno al quale si sviluppano gran parte delle storie raccontate in Match Point. “E’ la chiave che accende il motore - sostiene Dario Ricci - Non è un fattore eclatante però è necessario” Un legame diretto, le storie sempre vissute intensamente. “Volevo raccontare solo storie di sport, in realtà ho scoperto che mentre le raccontavo ho provato ad entrare nell’animo di campioni e campionesse. Mi sono immerso nelle loro storie, per poi riemergere con una nuova forza propulsiva. Volevo scoprire il segreto della loro natura, cosa li rende al tempo stesso tanto simili a noi e tanto simili agli dei. Fortunatamente non ho una risposta definitiva. Il mistero rimane tale. Ma in fin dei conti è ciò che lo rende attrattivo ed attraente”