Il padel continua a crescere e ad attirare persone, ma il tennis può stare tranquillo, perché a pagare lo sbarco e il diffondersi del padel in Italia è il calcetto, con numerosi campi di Milano e provincia convertiti in strutture per questo sport nato in Messico negli anni ‘70.  Non è, infatti, un segreto che già alla fine della prima chiusura per la pandemia sono aumentate le richieste sia per il tennis sia per il padel.

 

Tennis, al Milanosport le richieste sono aumentate del 50%

 

Uno dei casi più significativi di ciò che sta accadendo riguarda Milanosport Spa. Un’azienda che gestisce più di venti campi da tennis a Milano e che, dalle 30.700 ore di campo affittate nel 2019 è arrivato alle 44.500 del 2021. Un incremento pari quasi al 50 per cento e destinato nel 2022. “Riceviamo istanze per la costruzione di campi da padel – ha spiegato al Corriere della Sera il direttore generale Lorenzo Lamperti –, e a marzo inaugureremo quattro nuove strutture”. Ampliare l’offerta dedicata al padel è un obiettivo anche dall’Aspria Harbour Club e del Tennis Club Ambrosiano. Quest’ultima struttura di campi ne ha due ma punta ad aumentarne il numero. “Stiamo dialogando con il Comune per poterne edificare altri – ha sottolineato il presidente Mattia Trapani –, perché la richiesta è altissima”. Stesso discorso per il tennis dove ci sono 16 campi, tutti sempre pieni.

 

Il Tennis Club Milano: “Troppe richieste, costretti a porre delle limitazioni”

 

Secondo Alberto Ghezzi, direttore del Tennis Club Lombardo di via Sismondi, “in tutta Milano è impossibile trovare un campo disponibile per giocare a tennis tra le 19 e le 21”, come conferma Martina Alabiso, direttrice dello storico Tennis Club Milano “Alberto Bonacossa” di via Arimondi. “I nostri campi – ha detto – sono sempre pieni, e abbiamo una richiesta crescente di nuove affiliazioni al circolo, che ci ha portato a introdurre delle limitazioni. Padel? Non sembra il tennis a pagare la sua esplosione”.

 

“Al momento – ha detto Filippo Maltempi, direttore dello Junior Tennis Milano – chi può non costruisce strutture dedicate ad altre discipline e si dedica al padel. La tendenza non è quella di convertire, ma di cercare altri spazi”. In via Cavriana il padel non c’è, ma in compenso il tennis funziona come meglio non potrebbe, con un netto incremento di iscrizioni ai corsi.