Con l'approssimarsi della fine dell'anno scolastico, si conclude anche l'avventura americana di Mathieu Silva, segnando un importante capitolo nell'iniziativa della Federazione Italiana Baseball Softball (FIBS). Questo progetto mira a fornire ai giovani atleti italiani opportunità di sviluppo sportivo, culturale e personale nei centri d'eccellenza del baseball e del softball.

Mathieu Silva al programma rivoluzionario negli Stati Uniti

Partecipando a un programma rivoluzionario negli Stati Uniti, Silva ha beneficiato dell'esperienza e dell'expertise di Barry Butera, preside e head coach della Lake Castle Middle School, nonché figura di spicco nel baseball, essendo padre di Blake Butera, bench coach della squadra italiana al Classic. Questa esperienza rappresenta un "primo passo" significativo per la FIBS e la Italian American Baseball Foundation, che già vantano anni di collaborazione.

Attraverso queste opportunità, i talenti emergenti come Silva possono acquisire nuove tecniche e approcci alla disciplina, arricchendo il patrimonio tecnico e umano dei club italiani al loro ritorno. L'iniziativa non solo valorizza le abilità individuali degli atleti, ma rafforza anche il movimento baseballistico in Italia, portando esperienze internazionali nei club nazionali.

Mathieu ha vissuto in un mondo diverso come quello della Louisiana per sette mesi e senza la sua famiglia, un’esperienza rara per un ragazzo di 13 anni. Il giovane si racconta così alla Fibs...

“È stato incredibile vivere in America e ho dato il massimo per provare ad arrivare al livello di gioco dei miei compagni di squadra. Credo che si debba proprio amare il nostro sport per avere la forza di resistere e vivere al meglio quella che è stata la mia esperienza là. Per fortuna ho avuto anche persone meravigliose al mio fianco, Barry, Manny e Sue, gli insegnati e tutti i compagni di scuola e di squadra, tutti mi hanno aiutato a viverla più facilmente e spero che sarà lo stesso per i ragazzi che in futuro avranno la mia stessa occasione.”

Ha trovato complicato ambientarsi oppure è stato più facile di quello che immaginava?

“Nei primi tre mesi che ho passato in Louisiana è stato un po' complesso dal punto di vista della lingua e quindi non riuscivo a conversare con le persone in modo fluente come invece è stato negli ultimi mesi. Devo dire che ce lo aspettavamo tutti, quindi non ero tanto sorpreso e sapevo che alla fine dell'esperienza mi sarei trovato sicuramente meglio.”

Com’era la sua giornata-tipo?

“La mia giornata tipo era sveglia alle 5:30 del mattino, mi preparavo per l'allenamento della battuta, alle 8:00 mi vestivo con la divisa scolastica ed entravo in aula per 7 ore. Dopo la scuola mi vestivo con la divisa da allenamento di baseball (o degli altri sport giocati) e ci allenavamo per 2 ore e mezza circa. Tornato a casa, mangiavo, mi allenavo con il mio coach Manny, doccia, cena e finalmente andavo a dormire.”

Ha giocato in due squadre diverse: ci racconta pregi e difetti di questo aspetto...

“Sicuramente uno dei pregi è vedere come giocasse la squadra A, la più forte e apprendere il più possibile da loro. Un altro pregio è che, giocando in due squadre, giocavo più partite imparando sempre di più. Un difetto è difficile da trovare quando giochi tutti i giorni della settimana allo sport che ami.”

Si sarà fatto tanti amici. Ha trovato più differenze o somiglianze nelle cose che amano fare i ragazzi negli Stati Uniti e quelli italiani?

“Il tempo libero dei ragazzi americani è molto diverso da quello dei miei amici qui in Italia. Ad esempio, per i ragazzi americani è normale andare a cacciare o andare a pescare quando per i miei amici qui sarebbe molto strano; anche se forse dipendeva dal fatto che non abitassimo in una grande città, ma in una zona circondata dalla natura. Mi sono divertito molto a fare attività che non avevo mai provato.”

Quale è il ricordo più bello che porta a casa e quello che pensi di avere lasciato agli amici di Madisonville?

“Prima che tornassi in Italia a dicembre, era domenica, a sorpresa, tutti i compagni di squadra sono venuti a prendermi a casa per portarmi a vedere una partita di basket, sport che seguo anche in Italia. Siamo andati tutti insieme ad una partita di NBA al palazzo dei New Orleans Pelicans, dove abbiamo avuto anche il permesso di fare una foto al centro del campo, una giornata indimenticabile. Ai miei amici ho lasciato la possibilità di venire in Italia in qualsiasi momento, ospitarli e accompagnarli in visita nel nostro bellissimo paese.”

Foto Fibs, Mathieu al centro con il numero 3 dei Lake Castle Jets