Giulia Ghiretti è tornata dalle Paralimpiadi di Tokyo 2020 con un'altra medaglia d'argento, ottenuta nei 100 metri rana Sb4, come le era già successo a Rio 2016 (in Brasile arrivò anche un bronzo dei 50 m farfalla S5). In Giappone, come per tutti, è stata un'edizione dei Giochi molto particolare, senza pubblico. Di fatto i meritati festeggiamenti sono iniziati al rientro in Italia e proseguono ancora oggi.
Giulia Ghiretti per Le Coq Sportif
Giulia Ghiretti, nativa di Parma ma ormai cittadina di Milano, dove si è laureata in Ingegneria biomedica al Politecnico, ha partecipato all'evento con cui Le Coq Sportif ha annunciato la partnership con City Padel Milano, il club milanese nato nel 2018 da un’intuizione di Demetrio Albertini, Lorenzo Alfieri e Pierluigi Casiraghi, che è attualmente il Presidente del centro sportivo situato in City Life. Dopo aver preso la racchetta in mano e palleggiato con altri medagliati olimpici come Federica Isola (scherma), Irma Testa (boxe) e Marco Di Costanzo (canottaggio) ha rivissuto la sua avventura a cinque cerchi.
L'intervista a Giulia Ghiretti
"Il ritorno a casa è stato bellissimo. Il calore che in Giappone sentivamo un po' meno si è sentito invece tantissimo in Italia. Rio 2016 in questo senso era stata tutta un'altra storia. Anche durante la cerimonia inaugurale cinque anni fa avevamo i brividi alti come una casa, con tutto il pubblico a guardarci. Stavolta invece c'era quasi più attesa nel tunnel che all'ingresso nello stadio. Eravamo sempre e solo noi… Durante le gare soprattutto alla partenza c'è silenzio, quindi la differenza si è sentita meno".
Quanto ti ha caricato vedere che continuavano ad arrivare medaglie per gli Azzurri?
"Io avevo le gare il terzo giorno e già eravamo partiti bene. E' sicuramente servito a caricarmi e a entrare nella giusta atmosfera. Facciamo tutti parti di uno stesso movimento e la squadra italiana è stata fantastica".
C'era la percezione che potesse essere una Paralimpiade da record?
"Così tanto forse no però l'obiettivo era quello. Di medaglie poi più ce n'è meglio è".
Sei pienamente soddisfatta dell'argento o avrei voluto anche qualcosa in più?
"Sì, va benissimo. Sapevo che l'oro era impossibile. Ero terrorizzata di non prendere la medaglia, in batteria erano andate tutte veramente forte mentre io mi ero tenuta un po' guardando i tempi per qualificarmi. In finale sapevo che ci sarebbe stato da scannarsi. Ho visto che mi avvicinavo sempre di più a quella davanti a me e sono riuscita a mettere le mani davanti".
Quali sono adesso i tuoi obiettivi futuri?
"Dal punto di vista sportivo, ci saranno due mondiali e poi la Paralimpiade di Parigi nel 2024. In mezzo ci dovrebbe stare anche una laurea specialistica… Non cambierò specialità, per me è molto più facile fare gli stili simultanei come la rana".