Nuova svolta nella controversia legale tra la società sportiva A.S. Masseroni Marchese S.r.l. e il Comune di Milano. Il Consiglio di Stato, con una decisione emessa dalla Settima Sezione, ha respinto l’appello cautelare della società sportiva, confermando di fatto l’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per la Lombardia e sancendo la validità delle decisioni comunali in merito al rilascio dell’immobile in questione.
Le motivazioni del Consiglio di Stato: nessuna proroga ulteriore
Nel dettaglio, il Consiglio di Stato ha ritenuto di non concedere ulteriori sospensioni alla Masseroni Marchese. Il tribunale ha stabilito che non sussistono le condizioni per accogliere il ricorso presentato dalla società, evidenziando come il titolo concessorio fosse già scaduto e prorogato in varie forme per quasi trent’anni. Il Comune di Milano, attraverso la sua società partecipata Milanosport, aveva offerto un contratto di disponibilità per permettere alla società di continuare a utilizzare l’impianto, ma in qualità di semplice utente e non più come concessionario.
Il Consiglio ha inoltre sottolineato che non esiste un pericolo imminente e irreparabile per gli iscritti alla scuola calcio, come sostenuto dalla società sportiva. Infatti, i giudici hanno rilevato che le iscrizioni ai campionati erano avvenute dopo la pubblicazione dell’ordinanza di rigetto del TAR e prima del deposito dell’appello al Consiglio di Stato. Questa tempistica, secondo il tribunale, indica che la società abbia creato un’apparente situazione di urgenza che non giustifica il mantenimento delle misure cautelari richieste.
Un atto dovuto in rispetto della concorrenza
La decisione del Consiglio di Stato si fonda anche sulla necessità di rispettare il diritto europeo e nazionale in materia di concorrenza. La proroga del titolo concessorio in favore di Masseroni Marchese avrebbe infatti comportato una violazione dei principi di concorrenza leale, sanciti dalle normative italiane ed europee.
I giudici hanno quindi concluso che il contratto di disponibilità offerto dal Comune di Milano sia sufficiente per garantire l’interesse dei giovani calciatori a proseguire l’attività sportiva, senza la necessità di ulteriori proroghe del titolo concessorio ormai scaduto.
L'iter giudiziario e le implicazioni future
La controversia tra la società sportiva Masseroni Marchese e il Comune di Milano risale a diversi anni fa, con al centro il rinnovo della concessione di un impianto sportivo nel capoluogo lombardo. Dopo una serie di proroghe e discussioni, il Comune aveva deciso di non rinnovare ulteriormente il titolo concessorio, offrendo invece alla società un contratto di disponibilità. Questa decisione ha portato la Masseroni Marchese a rivolgersi prima al TAR Lombardia e successivamente al Consiglio di Stato.
La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe avere ripercussioni significative per altri casi simili, stabilendo un precedente giuridico chiaro in materia di concessioni pubbliche e concorrenza. Infatti, l'orientamento espresso dai giudici rafforza la linea del Comune di Milano, che mira a garantire una gestione più trasparente e competitiva degli spazi pubblici, evitando proroghe senza fine che potrebbero configurare un trattamento di favore non conforme alle regole del mercato.
L'importanza della trasparenza e della concorrenza nella gestione pubblica
Questo verdetto rappresenta un segnale forte per le amministrazioni locali di tutta Italia: la gestione del patrimonio pubblico deve avvenire nel rispetto delle regole di concorrenza e trasparenza, garantendo parità di trattamento a tutti gli attori coinvolti. La decisione del Consiglio di Stato evidenzia l'importanza di evitare il perpetuarsi di concessioni a lungo termine senza adeguati meccanismi di gara pubblica, che possono limitare l'accesso ad altri potenziali interessati.
Gli sviluppi futuri per la Masseroni Marchese
Con l’appello respinto, la società sportiva Masseroni Marchese si trova ora a un bivio. Pur avendo la possibilità di continuare a utilizzare l’impianto sportivo attraverso un contratto di disponibilità, dovrà rinunciare al ruolo di concessionario. Questo potrebbe implicare cambiamenti significativi nella gestione delle attività e nella relazione con il Comune di Milano.
Nonostante la sentenza sfavorevole, la società potrebbe ancora valutare la possibilità di intraprendere altre vie legali o negoziali per cercare di recuperare la concessione. Tuttavia, appare evidente che il margine di manovra sia ormai limitato, e che il Comune sia determinato a mantenere la propria linea di condotta, ispirata a criteri di trasparenza e legalità.
Un caso emblematico di gestione degli spazi pubblici
Il caso di Masseroni Marchese si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla gestione degli spazi pubblici e sulle politiche di concessione da parte delle amministrazioni locali. La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un precedente importante che ribadisce il principio secondo cui le concessioni devono essere gestite in modo trasparente, equo e concorrenziale, a vantaggio della collettività e nel rispetto delle norme europee e nazionali.
La vicenda si chiude, per ora, con una chiara indicazione di rotta per il futuro: più trasparenza e concorrenza nella gestione del patrimonio pubblico, affinché ogni spazio torni a essere veramente al servizio della comunità.
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