Per diversi anni le squadre di calcio e i bookmaker hanno condiviso un tratto di strada insieme, offrendo collaborazioni e sponsorizzazioni da capogiro. Ciò avveniva soprattutto in Inghilterra, nella Premier League, ma anche nella Liga spagnola e nella Bundesliga tedesca. L’Italia ha sempre cercato di imitare tali scelte, sfruttando un introito economico di alto valore, almeno fino a quando è stato possibile farlo.
Con la progressiva legalizzazione del settore di gioco, sono però arrivate anche le prime problematiche e divieti. Pensiamo per esempio al Decreto Dignità, che ha sancito la fine della pubblicità legata al gioco d’azzardo in Italia, una decisione che ha messo in crisi diverse società calcistiche. Decisione che però, ad oggi, è in parte stata “aggirata” grazie all’accordo con siti di bookmakers esteri di NonAAMS.com, attraverso nuove forme di partnership in veste di siti di informazione.
Cosa è cambiato con il Decreto Dignità
Calcio e bookmaker: un accordo finito male in Italia fino a qualche anno fa. Le società sportive infatti hanno dovuto cambiare i propri accordi da quando è stata vietata ogni forma di pubblicità incentrata su brand o piattaforme dedicate alle betting sportive e casinò. Dal 2018 infatti i team hanno rinunciato a spazi pubblicitari, entrate importanti da sponsor che offrivano scommesse a base sportiva e molto altro ancora.
Ma negli ultimi tempi le società italiane hanno trovato un vero escamotage. Consiste proprio nella collaborazione avviata da diverse squadre di Serie A con i cosiddetti “siti di news sportive”, il cui nome e brand richiama proprio le piattaforme di casinò e betting. Ma in altri casi le società italiane hanno preferito provare le sponsorizzazioni per l’estero: ciò vuol dire affiancare il proprio nome a quello di brand su mercati stranieri.
Nonostante le costanti polemiche, sollevate soprattutto dai massimi dirigenti dei team di Serie A, la situazione non sembra destinata a cambiare nel breve periodo. Ed è per questo che le federazioni e i brand dei principali bookmaker hanno dovuto trovare un modo per essere più “creativi” in merito alle loro collaborazioni.
I dati delle collaborazioni tra bookmaker e squadre di calcio
Negli ultimi mesi squadre come il Milan, la Roma e l’Inter hanno ufficialmente lanciato la propria “zampata”, siglando collaborazioni che potrebbero sembrare sospette. Per esempio il cripto casino TG.Casino è diventato sponsor europeo del Milan, sfruttando proprio la sua pagina informativa. Discorso simile per la Roma, che ha un accordo con StarCasinò Sport, sempre in veste di piattaforma di informazione. E infine abbiamo l’Inter, che collabora con Betsson e ha ottenuto il via libera da parte dell’Agcom per l’esposizione del logo della società.
In Italia non sono mancati momenti di grande difficoltà con l’arrivo del Decreto Dignità, ma anche nel Regno Unito la situazione sembra essere in bilico. Diverse società infatti hanno rinunciato alle partnership con gli sponsor per il settore betting, il cui valore complessivo era arrivato a toccare quota 40%. Ma nonostante ciò i bookmaker inglesi restano i più attivi di tutti rispetto alle sponsorizzazioni nel calcio europeo. A livello europeo, ma anche internazionale, è stato sempre registrato un forte impatto rispetto alle sponsorizzazioni di questo genere. Un recente report ha infatti registrato che su 700 club europei, il 23% si affida a una collaborazione con aziende di betting. Ciò vuol dire sfoggiare il logo del casinò o del bookmaker su maglie o dentro gli stadi.
Conclusione
Esistono ancora oggi diverse tipologie di sponsorizzazioni tra il mondo del calcio e i bookmaker italiani e stranieri. Si tratta di uno scambio alla pari che permette di affidarsi al prestigio di un marchio per ottenere visibilità globale. E ciò fa bene non solo per le casse di una squadra di calcio di Serie A, ma anche per potenziare la reputazione di un casinò o bookmaker su scala internazionale.
Resta solo da capire se ci saranno importanti cambiamenti in futuro rispetto a questo tema, soprattutto con potenziali nuove normative legate al Decreto Dignità e alla regolamentazione di un settore che in Italia continua a crescere senza sosta.