“Sapevo di avere nelle gambe il record, dovevo solo riposare”, così Daniele Inzoli, 15 anni, che lo scorso settembre ha superato il record di salto in lungo detenuto da Andrew Howe da quasi 23 anni. Il giovane che veste la casacca dell’Atletica Riccardi Milano 1946 non ha dubbi: “E’ grazie a mio fratello Francesco (a cui è legatissimo) se mi sono appassionato all’atletica”.

E’ stato un anno pieno di successi. Come si sente?

“Sono soddisfatto di come è andata. E’ stata una stagione buona, non me lo aspettavo, oltre ai campionati italiani, ci sono state più prestazioni e risultati ottimi. Ho portato gioia e sorrisi a casa”. 

A giugno lo ha solo sfiorato, a settembre, invece, ha superato il record italiano detenuto da Andrew Howe da quasi 23 anni?

“A giugno quando ho saltato 7.48 sapevo che nelle gambe lo avevo (il record), sapevo anche che mi sarebbe servito un po’ di tempo per riposare e riprendere con calma, non dovevo né spingere né avere fretta. Infatti, sono tornato a settembre, ho lavorato il giusto perché la stagione era quasi finita e il record è arrivato da solo. Mi serviva poi solo un po’ di tranquilla”. 

Ha praticato diversi sport, cosa l’ha portato a scegliere l’atletica? 

“Sì, mi sono misurato con diversi sport come il tennis dove ero bravo. L’atletica però non era il piano A. A me, infatti, sono sempre piaciuti gli sport di squadra dove interagisci con i compagni. L'atletica è la passione di mia madre che è riuscita a trasmettere a tutti in famiglia. Seguendo poi i primi successi sportivi di mio fratello Francesco mi sono appassionato anche io. Tutto è nato ad una gara quando sono stato colpito dall'atmosfera e dalle emozioni che suscita la competizione. Guardando lui che mi sono innamorato di questo sport” 

Com’è la vita di un 15enne campione con i coetanei? 

“La vivo tranquillamente quando sono in ambito non sportivo. Vivo come se l’atletica non ci fosse. La maggior parte dei miei amici sono nell’atletica, ma quando stiamo insieme le prestazioni e i risultati stanno in secondo piano. Riusciamo a creare un clima tranquillo. Ovviamente, come tutti i ragazzi di oggi anche io mi diverto e do tempo mia vita privata. Ma essendo un atleta so di avere delle responsabilità”.

Il suo sogno?

“Arrivare un giorno alle Olimpiadi e vincere una medaglia, ma soprattutto continuare a praticare sempre atletica con mio fratello. Lui è il modello su cui mi sono costruito. Spero un giorno con mio fratello di far felici tutti per ripagare il lavoro di questi anni”.

Al futuro cosa chiederesti?

“Chiedo di non perdermi come è successo a tanti atleti forti, spero di mantenermi sulla retta via. Già la prossima stagione ci saranno gare più serie, quinid, spero di continuare a migliorarmi un passo alla volta e arrivare l’anno prossimo agli Europei under18 a rappresentare l’Italia portandola sul gradino più alto”.