C’era anche Manuel Lombardo all’evento con cui Le Coq Sportif ha annunciato la partnership con City Padel Milano, il club milanese nato nel 2018 da un’intuizione di Demetrio Albertini, Lorenzo Alfieri e Pierluigi Casiraghi, che è attualmente il Presidente del centro sportivo situato in City Life. Il judoka reduce dall'Olimpiade di Tokyo 2020 ha parlato in esclusiva ai microfoni di MilanoSportiva.

L'intervista a Manuel Lombardo

"Tokyo 2020 è stata un insieme di emozioni. Non è andata come mi aspettavo e speravo. Venivo da una stagione che mi faceva pensare di essere al meglio della forma dopo il titolo europeo e l'argento mondiale ma non ero io. L'anno di pandemia non mi ha fatto bene. Per me che calo tanto di peso per rientrare nella categoria è stata ulteriore difficoltà. Speravo di non risentirne ma così è stato".

Tokyo 2020

"Non ho termini di paragone ma molti mi hanno detto che è stata una strana Olimpiade. E' vero che oggi come oggi è la nuova normalità ma mi aspetto che Parigi 2022 sia un'Olimpiadie con la o maiuscola. Senza nulla togliere a Tokyo che è stata un'esperienza fantastica. Il fatto che non ci fosse pubblico ha condizionato l'atmosfera. In Giappone c'è un profondo rispetto da parte dei tifosi. Non si scade mai in urla o insulti verso avversari, ci sono solo cori. Tutto questo è mancato ma c'era elettricità nell'aria".

La storia di Manuel Lombardo

"Io ho iniziato col judo a tre anni. Non ricordo la mia prima lezione, ero davvero piccolo. Mio fratello più grande aveva scelto di provare dopo aver guardato i Power Rangers e io lo seguii a ruota. Obiettivi? L'unica medaglia che mi manca è quella olimpica. Il mio percorso mi ha portato al podio in tutte le altre competizioni, quindi non posso non dire che la testa sia a Parigi. Tre anni sono infiniti però, quindi ad oggi preparo mentalmente il mondiale che ci sarà in Uzbekistan. Vorrei essere il primo italiano a vincere il titolo maschile".