Milanosportiva talk show, nuovo appuntamento settimanale del portale sportivo milanese, ha intervistato Marco Fraschetti in rappresentanza del Milano Baseball.

Queste giornate come sono andate?

“Sono andate molto bene, siamo contenti di essere ritornati nel baseball che conta dopo tanti anni. Siamo partiti dalla C, abbiamo fatto un percorso di crescita importante con un gruppo ragazzi che giocano insieme da tanti anni. E, finalmente siamo arrivati nel massimo livello. Sicuramente c’è un po’ di scotto da pagare però siamo pronti e curiosi di metterci alla prova e capire come sarà la nostra stagione e che senso potremo dare alle nostre prestazione”.

Marco Fraschetti è stato l’ultimo andare in battuta nell’ultima apparizione di Milano in Serie A prima di quest’anno…

“Non lo sapevo e non me lo ricordavo. Forse perché ho fatto tanti turni alla battuta e sono passati tanti anni. E’ una bella cosa, che dà anche una certa continuità al percorso. L’ultimo l’ho fatto io da giocatore e ora sono sempre all’interno del gruppo tornato in A”.

Ha guidato la promozione dalla serie C l’anno scorso, poi in un mese vi siete ritrovati addirittura 2 serie sopra. Come è stato apprendere questa notizia?

“Il percorso iniziato 4 anni fa dalla C, lì abbiamo guadagnato la promozione subito l’anno dopo. Poi abbiamo fatto 3 anni di B e al terzo anno abbiamo guadagnato quella che è la promozione nella categoria superiore. Chiaro che eravamo pronti a giocare la categoria guadagnata sul campo, essere catapultati nella massima serie non ci spaventa, ci ha lasciato un po’ perplessi all’inizio. Ma siamo pronti per affrontarla e a dare il meglio. Siamo curiosi ed entusiasti, ci siamo preparati bene e spero che possa vedersi in campo al di là dei risultati”.

Quanto sarà importante avere a disposizione un impianto come il Kennedy (avuto già la passata stagione) un tempio del baseball sulla piazza di Milano?  

“È importantissimo perché è sempre stata la casa della nostra società. E’ importantissimo dal punto di vista sportivo, perché ci permette di avere un campo belle e strutture adeguate per allenarci bene. E’ importante anche per un discorso aggregativo. Negli ultimi anni, infatti, è stata data importanza anche a questo aspetto. Il presidente Selmi e tutte le persone che dedicano tempo ed entusiasmo a questo progetto, hanno fatto crescere in maniera importante ciò che sta al di fuori di ambiente prettamente sportivo.

Sicuramente sta prendendo piede un progetto molto importante dove ragazzi e famiglie e spero tanti tifosi possano venire a stare bene al campo e passare giornate piacevoli, oltre ovviamente a supportare tutte le squadre del club”.

Tra baseball, softball e giovanili avete un certo numero di iscritti. Avete tutte le categorie coperte…

“Sì, ed è motivo di orgoglio. Il settore giovanile ha avuto un’esplosione importante questi ultimi anni. Abbiamo tutte le categorie giovanili baseball softball un bel movimento. Mettere insieme ragazzi e ragazze credo sia molto bello, tutti uniti dalla passione per baseball e softball”.

Nel baseball ci sono le dinastie, ci sono i Pasotto e Fraschetti, papà ricevitore figlio ricevitore. Ma l’amore per il baseball è ‘colpa’ della nonna…

“Sì, la ‘colpa’ è sua. Lei ha vissuto la sua adolescenza e parte della sua gioventù negli Stati Uniti. Quindi, quando è tornata in Italia, al di là del il mito americano che un po’ ha trasmesso a mio papà e che aveva lei stessa, devo dire che è stata lei a trasmettere la passione a mio padre. E io, che al suo seguito ho calcato da subito i campi, mi sono appassionato. Poi è iniziata la mia carriera"

Ha esordito a 15 anni con maglia Milano Baseball, uno dei più giovani nella storia. Fraschetti jr sta facendo lo stesso percorso…

“Per esordire così giovane devi avere capacità e opportunità. Abbiamo esordito quasi alla stessa età e categoria. Anche se, la categoria dove ho esordito io, paragonabile alla sua, aveva un livello più alto. Poi ognuno fa il suo percorso. Luca fa parte del gruppo che è partito dalla C e con passione ha riportato la società in serie A. Il futuro è da scrivere per tutti, tutto dipende dalla passione, dall’allenamento e dalle capacità di miglioramento che ognuno di noi porta in campo”.

E’ iniziata da poco la Serie A, Marco Fraschetti cosa pensa della rivisitazione del calendario FIBS?

“La prima formula era… faccio fatica a trovare l’aggettivo giusto. Cervellotica? E’ un eufemismo. Potrei dire “allucinante”. Erano difficili da comprendere tutte le varie fasi del campionato. Con il Covid la federazione si è un po’ smarcata da questa formula prendendone una più semplice, ma che di fatto è una formula che non mi piace. Si poteva e doveva fare meglio. Si gioca troppo poco. C’è una prima fase per portare le big a giocarsi scudetto tra loro e le altre avranno solo l’obiettivo di non retrocedere. Questo sarà anche il nostro obiettivo. E credo che dovremo sudare parecchio per stare lontani dalla zona rossa della classifica”.

E’ una stagione di transizione dal punto di vista della creazione della Serie A? Come diceva, di fatto la A, è un modo mascherato per far giocare sempre alle solite 6 il titolo…

“Non so, n po’ perso speranza ci sono tanti problemi nel baseball, economici anche problemi giocatori perché ce ne sono ancora troppo pochi ad alto livello. Sarà complicato trovare una formula vera, serie e che possa coinvolgere tutte le squadre. Al momento c’è troppo divario tra le 4 big e le altre squadre. Sarà difficile. E non so nei prossimi anni se si riuscirà a trovare una chiave giusta per tonare a quelli che erano i campionati dei miei tempi. Stagioni in cui si giocavano 50 partite in cui c’erano squadre più forti e meno forti, ma tutti giocavano contro tutti ed era anche un modo per far crescere i giocatori che non avevano possibilità di giocare nelle squadre forti, ma che di fatto dimostravano di essere al loro livello”.

Una riflessione di Marco Fraschetti sul movimento milanese...

“Se prendiamo la scorsa stagione, è vero. Noi abbiamo vinto la B e siamo stati promossi, il Senago ha vinto la A passando nel campionato superiore. Il movimento in Lombardia sta crescendo e ci sono realtà con buoni potenziali. C’è anche la seconda squadra di Milano che, negli ultimi anni, con il settore giovanile, ha ottenuto buonissimi risultati. Poi ci sono realtà come Bollate, che da sempre gioca un baseball di livello medio alto e ultimamente ha vinto titoli. Poi ci sono Codogno, Lodi, anche Legnano che lo scorso anno è passato dalla C alla B. Il movimento sta crescendo”

Marco Fraschetti cosa sogna per il baseball?

“Sogno che si possa crescere, questo non vuol dire tornare ai fasti del passato, perché mi piace di più guardare al futuro, invece che guardare quello che è stato Milano. Non possiamo sempre pensare a quello che è stato. Credo che questa nuova dirigenza abbia preso la strada giusta. Ci vuole pazienza, costanza, fatica. Il mio sogno, nel giro di qualche anno, è ritrovare Milano come realtà importante e consolidata nel baseball che conta. Kennedy il primo mattoncino? Sì, sicuramente. Il fatto di poterlo gestire darà grande beneficio al movimento del club”.