Marco Riva, neo presidente del CONI Lombardia, dal giorno in cui è stato eletto non si è fermato un attimo. In vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 racconta a Milanosportiva gli obiettivi, più sportivi che sull'impiantistica milanese affidata ad altre entità.

In occasione delle Olimpiadi 2026 è in progetto la riorganizzazione del quartiere Santa Giulia, dove nascerà il nuovo palazzo del ghiaccio. L’Agorà che fine farà?

Noi come CONI Lombardia abbiamo più un ruolo consultivo che decisionale. Ci sono delle entità che se ne stanno occupando. Da una parte la Fondazione di Milano-Cortina che si occupa dell’organizzazione e un’altra entità, nominata recentemente, che lavora sulle infrastrutture. Sono loro che si occupano di questo. Verremo consultati, ma sul ruolo decisionale e progettuale non c’è un coinvolgimento diretto del CONI Lombardia. Posso dare un parere che è di valorizzazione degli impianti. Ma niente di più”.

Cosa dobbiamo aspettarci per la Lombardia? Il presidente Marco Riva e il CONI su quali filoni stanno lavorando, quali sono i primi obiettivi che vi siete dati?

Uno è sicuramente quello di fare rete. E’ molto importante. Questo vuol dire che tra tutte le federazioni, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, benemerite, componenti del mondo sportivo. Quindi, gestori degli impianti, associazioni sportive, ma anche le istituzioni extra sport e i privati. Mettere insieme e creare rete. In questo momento sto girando per i capoluoghi di provincia della Lombardia e sto incontrando Sindaci, Assessori allo sport e delegato Coni per fortificare la rete. Ci sono tantissime esperienze che funzionano a livello territoriale sono eccellenze che dovrebbero essere poste all’attenzione di tutti per creare rete, una cosa che ci servirà anche sul percorso per Milano Cortina giochi Olimpici e Paralimpici, perché uno degli obiettivi è lo sviluppo legato alla cultura, legato alla socialità, alla parte educativa e ai valori dello sport.

Questi eventi vanno messi a sistema creando una rete tra il mondo sportivo, le istituzioni e tutte le realtà che esistono sul territorio. Ci sono delle vere eccellenze da valorizzare. Ogni provincia ha la sua particolarità, dove ci sono persone che lavorano h24 per lo sport. Stando sul territorio riesci a capire le dinamiche, gli umori e a captare le sensazioni. Sentire l’umanità, il profumo di sport, soprattutto in questo periodo legato alla pandemia, è bellissimo. Ci sono delle realtà bellissime e tante storie da raccontare. Un punto è questo, poi c’è l’altro…”.

Ci spieghi…

L’altro punto è legato allo sviluppo dell’impiantistica. Che in ogni caso resta legato al primo (punto). Andando sul territorio vedo quello che esiste. Ascolto e parlo con le amministrazioni, oltre che con le associazioni sportive, le federazioni, gli enti di promozioni e, a cascata, le associazioni. Ascoltando riesco a capire l’esigenza dal punto di vista dell’impiantistica sportiva. E, riesco a dare una mano alle amministrazioni, ricordando loro che quando viene progettato un impianto sul territorio è importante il parere iniziale del CONI. Lo è per poter accedere ai bandi. Il CONI ha la possibilità a livello territoriale di essere il primo interlocutore del mondo sportivo, di capirne le esigenze e di aiutare le amministrazioni ad organizzarsi nel modo migliore dal punto di vista sportivo. Il tutto per dare un servizio alla collettività. Tutto deve essere funzionale ad un ecosistema trasversale”.

Un altro aspetto riguarda comunicazione. Esatto?

"Oggi il CONI, quei 5 cerchi sono il brand più importante del mondo e sono rappresentativi di tantissimi valori, quindi abbiamo responsabilità assoluta e la necessità di dare qualità a ciò che facciamo. Siamo portatori di valori importanti, lo scudetto e quei 5 cerchi vogliono dire sport. Si deve far capire alle persone che c’è qualità e attenzione sempre".

Tra poco c’è il trofeo ‘Bonfiglio’, prima abbiamo assistito all’Aspria. Per il presidente Marco Riva e il CONI è  il segnale della ripartenza?

“Assolutamente sì. Ed è bello vedere ripartire lo sport con tornei importanti e ben organizzati. Si tratta di eccellenze del territorio. Siamo molto contenti riparta in questo modo lo sport. Oltre al tennis, stanno ripartendo anche altre federazione. Oggi siamo qui al Bonfiglio uno dei trofei più importanti a livello internazionale. E’ bello ripartire da Milano, dal Tennis Club Milano, un luogo che ha ospitato consiglio elettivo del CONI nazionale”.

Marco Riva è il primo presidente post pandemia. Come ha vissuto questa situazione?

“E’ stata un qualcosa che nessuno di noi poteva aspettarsi. Questo periodo per il mondo sportivo è stato provante. Il mondo sportivo uno dei primi che si è adeguato alle regole, ma uno dei più colpiti. Non dobbiamo dimenticare che lo sport ha una valenza economica importante. E questo, è qualcosa da tenere in considerazione, soprattutto se pensiamo alle piscine e alle palestre che hanno sofferto tantissimo. Io in ogni caso ho ottimismo verso il futuro. E’ stato momento difficile. Ma, c’è tanta voglia di sport”.

Cosa dobbiamo aspettarci da Marco Riva, il più giovane rappresentante delle istituzioni d’Italia?

“Da parte mia totale dedizione, entusiasmo e passione per ciò che viene fatto. Si utilizza la parola innovazione, e noi la vogliamo portare davvero, in un momento dove è necessario che ci siano persone che si occupiamo dello sport come una vera missione. Tutto questo è quasi una conseguenza del mio percorso, perché entrando in contatto con persone che si occupano di sport sei spinto a dare tutto te stesso, con la massima dedizione passione e io lo faccio con grande entusiasmo”.