Come nelle più classiche delle feste di paese, quelle sagre agostane dove mangi bene, vedi uno spettacolo unico e ti diverti. Con l’aggiunta, però, che la gioia dei quasi 32mila di San Siro è tutta per lui, il nuovo Milan di Stefano Pioli che vince, piace e trova il suo nuovo cannoniere, Olivier Giroud.

Milan-Cagliari 4-1, come una sagra di paese

Ingredienti perfetti per una serata magica, quella di ieri sera. Grande festa, sorrisi e cori per tutti: per Brahim Diaz, divenuto ormai beniamino della torcida rossonera, che sul gol di Leao devia la traiettoria quel tanto che basta per mandare la palla in rete (ma per la Lega Calcio il gol è da assegnare al portoghese); ma anche per Castillejo, che nei giorni scorsi ha chiuso il suo account Twitter per i troppi insulti ricevuti, e Tonali, che dopo la buona prova contro la Sampdoria ieri sera ha sbloccato il match con una punizione magistrale. Alla Pirlo verrebbe da dire, ma andiamo cauti con i paragoni nonostante la crescita sia esponenziale e ben visibile.

Il Cagliari non c'è, la personalità dei rossoneri sì

In senso lato c’è la percezione che questa sia una rosa da grande squadra, perlomeno per il campionato italiano. Che gioca con personalità, corre, attacca l’avversario e non da mai l’impressione di essere con l’acqua alla gola; nemmeno quando subisce il gol del momentaneo 1-1 nel silenzio gelido di San Siro, con un Cagliari che, almeno a livello di rosa, si presenta comunque come una signora squadra, potendo vantare su elementi come Nandez, Joao Pedro, Marin, Pavoletti e Godin tra gli altri.

Ibra e Kessie, arrivederci

E invece è un monologo rossonero, dove i solisti non sono coloro che hanno tirato la carretta l’anno scorso (Ibra e Kessie sono in panchina ma per sostenere i compagni) ma una squadra intera, che per una notte trasforma San Siro in un borgo medievale con dame (molte sugli spalti) e cavalieri capaci di rifilare quattro reti al malcapitato Cagliari nel giro di 31 minuti: Tonali (12’), Leao (17’) e Giroud (24’ e 43’), i tre moschettieri al servizio del Re Pioli che, dalla panchina, si gusta l’unica indecisione di serata sul momentaneo pareggio di Deiola (chiusura non pervenuta di Tonali). Poco male, perché in una sera di festa come quella di ieri il Milan ha riscoperto l’euforia di abbracciare nuovamente i suoi tifosi, 559 giorni dopo l’ultima volta. Ha trovato il suo nuovo vestito da grande squadra, che le calza a pennello grazie soprattutto all’ottima scorsa annata: «Siete una squadra del quale essere orgogliosi, che ha sempre dimostrato grande qualità» le parole di Gazidis prima del match. Parole confermate sul campo con una prestazione maiuscola, in attesa di sfide dal sapore molto più intrigante come quelle di Champions League contro Atletico Madrid e Liverpool. Per ora, però, è giusto fermarsi qui. In attesa che dalle ultime ore di mercato possa arrivare un altro trequartista per Pioli: ma già così non appare eresia pensare ad un Milan che possa conquistare anche lo Scudetto.