I costi schizzano e il progetto dell’ex Palasharp di Lampugnano in vista della Olimpiadi resta in bilico. Come già noto, l’impianto avrebbe dovuto diventare la casa di Milano-Cortina 2026 per le partite di hockey su ghiaccio femminile, ma al momento il via libera non c’è stato: è tutto in alto mare. Il Cio sugli spazi previsti nel palazzetto, infatti, stanno costringendo Comune e TicketOne-Mca Events (vincitrici del bando per la realizzazione e gestione dell’impianto) a rivedere l’intero progetto.

 

I fatti

 

I lavori legati al ‘vecchio’ progetto prevedevano una capienza di 8-9 mila posti. Ma per un palazzetto da poter utilizzare per le Olimpiadi invernali 2026 servono due piste di ghiaccio (una per le partite ufficiali, l’altra per il riscaldamento), 12 spogliatoi e tre sale hospitality, non previste nel progetto iniziale presentato da TickeOne-Mca Events. Gli spazi aggiuntivi richiesti dal Cio comporterebbero la riduzione della capienza del palazzetto da 8 mila a circa 5 mila posti. Di fatto la seconda tribuna non sarebbe realizzata per le Olimpiadi, ma aggiunta solo in una seconda fase del cantiere post-Giochi. Ed è qui che sorge il gravoso problema unicamente legato ai costi. Le due fasi dei lavori comporterebbero, infatti, un incremento dovuto ai prezzi più alti per le materie prime. Si stima che il costo potrebbe lievitare di circa 10 milioni di euro. Una cifra difficilmente sostenibile dai privati, che potrebbe richiedere l’intervento del Comune.