Il tema della gestione delle piscine comunali a Milano torna a scaldare gli animi in una giornata di confronto serrato in Commissione Consiliare, dove le posizioni degli attivisti della campagna "Sai che puoi" e dell'assessora allo Sport, Martina Riva, si sono scontrate su un argomento spinoso: il partenariato pubblico-privato (PPP) per la gestione degli impianti sportivi.

La questione della gestione delle piscine comunali

Milano, con i suoi 118 impianti sportivi in concessione e solo 24 gestiti direttamente da Milanosport, si trova al centro di un dibattito acceso sulla gestione di questi spazi pubblici. Al cuore della polemica c'è il report intitolato "Il fine o la fine dello sport e del tempo libero pubblico a Milano?", redatto da Alessandro Coppola, Tommaso Goisis e Antonio Longo. Il documento lancia l'allarme su una presunta privatizzazione dei servizi sportivi, denunciando un cambiamento radicale nell'uso e nella natura degli impianti.

«Quello che vediamo è una trasformazione in atto», spiegano gli attivisti di "Sai che puoi". «Stiamo assistendo a un processo di privatizzazione che mina l’accesso a servizi a basso costo per i cittadini».

La posizione dell'assessora Martina Riva

Martina Riva, assessora allo Sport del Comune di Milano, ha prontamente risposto alle critiche mosse dal report, sottolineando che il partenariato pubblico-privato non è una privatizzazione, ma una soluzione necessaria e strategica. «Il PPP è una scelta che guarda al sociale e si basa su una logica di collaborazione tra pubblico e privato», ha dichiarato Riva. «Gli impianti sportivi di Milano spesso necessitano di interventi massicci, con investimenti che il Comune, da solo, non potrebbe sostenere».

Riva ha poi spiegato che il partenariato pubblico-privato permette di attrarre capitali privati, mantenendo però la proprietà pubblica degli impianti e garantendo una gestione sotto il controllo del Comune. «Il nostro obiettivo è sempre massimizzare l'interesse pubblico, anche attraverso il coinvolgimento dei privati», ha aggiunto l'assessora. «Non si tratta di cedere il patrimonio comunale, ma di utilizzare tutte le risorse disponibili per migliorare i servizi offerti ai cittadini».

Cosa significa realmente il partenariato pubblico-privato?

Secondo l'assessora Riva, c'è una chiara distinzione tra il PPP e la privatizzazione. «Il partenariato è solo un’altra modalità per accedere alla concessione di servizi», ha affermato. «Nel caso delle piscine Lido e Scarioni, ad esempio, si è trattato di una lunga trattativa con i privati, che ha richiesto un lavoro tecnico di valutazione durato in media due anni».

Per l’assessora, il PPP non significa perdere il controllo pubblico sugli impianti, ma rappresenta un mezzo per garantire la sostenibilità economica delle strutture sportive e migliorare la loro qualità. «Privato non significa meno pubblico, significa più opportunità», ha ribadito Riva. «È fondamentale capire che, senza l’apporto dei privati, molte delle nostre strutture sarebbero a rischio chiusura».

Numeri e costi della gestione degli impianti

Attualmente, a Milano ci sono 118 impianti sportivi in concessione e solo 24 gestiti direttamente da Milanosport. «Se il Comune decidesse di gestire direttamente anche questi 118 impianti, dovremmo sottrarre milioni di euro ad altri settori fondamentali come l'istruzione, il welfare e la mobilità», ha spiegato Riva. «Non esiste nessun Comune in Italia che gestisca direttamente 142 impianti sportivi. A Napoli, ad esempio, ne gestiscono solo una decina».

I costi di ristrutturazione sono significativi: il progetto per il ripensamento del Lido richiede 25 milioni di euro, mentre quello di Scarioni altri 18 milioni e per l'Argelati la cifra si avvicina, presumibilmente, a quella della Scarioni. «E questi sono solo i costi di riqualificazione, ai quali si aggiungono quelli di gestione», ha sottolineato l'assessora.

L'esempio delle piscine milanesi e delle tariffe

La questione delle tariffe è un altro punto cruciale del dibattito. «Guardiamo cosa significa la gestione privata nel caso del Lido», ha spiegato Riva. «Le tariffe concordate con GoFit prevedono 60 euro al mese per un abbonamento individuale, mentre per un abbonamento familiare si sale a 89 euro, a prescindere dal numero di componenti. Queste tariffe sono in linea con quelle di Milanosport».

Nonostante le critiche, l'assessora ha ricordato che la gestione degli impianti attraverso partenariati ha permesso di mantenere accessibili i costi per i cittadini e di garantire una manutenzione adeguata delle strutture.

Il successo della stagione estiva di Milanosport

Nonostante le polemiche, i numeri della stagione estiva di Milanosport parlano di un successo in termini di partecipazione. Da giugno ad agosto, oltre 130.000 presenze sono state registrate nelle piscine e nei campus gestiti da Milanosport. Le vasche scoperte del Cardellino e del Sant’Abbondio hanno registrato quasi 50.000 ingressi, mentre le piscine indoor, grazie anche alle aree verdi esterne, hanno raggiunto quota 80.000 biglietti venduti.

Il Centro Balneare Romano ha totalizzato quasi 90.000 presenze, anche grazie all’iniziativa del Sunset Pool, che ha permesso ai visitatori di godere della piscina fino al tramonto. I corsi estivi di Milanosport hanno attratto oltre 6.000 partecipanti, con più di 5.000 match disputati sui campi da tennis e da padel del centro sportivo Cambini e del centro Washington.

L’importanza di investire nello sport

Milanosport ha sottolineato l'importanza di mantenere alta l'offerta sportiva per tutti i cittadini, soprattutto i più giovani. I campus estivi hanno visto la partecipazione di quasi 2.500 iscritti, attratti da iniziative come il Volley Camp guidato dai campioni italiani del volley Matteo Piano e Nicola Pesaresi. Una delle novità di quest’anno è stato lo Swim Camp presso il centro Arioli Venegoni, che ha riscosso un grande successo.

Un dibattito aperto sul futuro degli impianti sportivi

Il confronto tra l'assessora Riva e gli attivisti di "Sai che puoi" ha messo in luce un tema centrale per il futuro della città: come gestire al meglio il patrimonio sportivo pubblico, garantendo al contempo l’accesso a tutti i cittadini e la sostenibilità economica degli impianti.

«Il nostro obiettivo resta sempre quello di offrire ai cittadini spazi sportivi di qualità», ha concluso Riva. «Ma per farlo, abbiamo bisogno di partner privati che ci aiutino a sostenere i costi e a mantenere tariffe accessibili per tutti».

Trovare un equilibrio tra pubblico e privato

Il dibattito sulla gestione delle piscine pubbliche di Milano è destinato a proseguire. Mentre il Comune difende la scelta del partenariato come una via necessaria per mantenere alta la qualità dei servizi, gli attivisti continuano a lanciare l'allarme su una possibile deriva verso la privatizzazione. Una cosa è certa: la questione richiede un'attenta riflessione su come garantire l'accesso allo sport per tutti, in una città che si confronta con le sfide di bilancio e con la necessità di innovare e migliorare continuamente.