Il Trofeo Città di Milano non si disputerà neanche quest’anno. E con quella del 2022, sono ora ben tre le edizioni dell’evento più importante a livello cittadino (ma non solo) di nuoto che alzano bandiera bianca di fronte alla pandemia. Troppi rischi, d’impresa e sociali, per ripresentarsi alla Piscina Mecenate e poter azzardare la disputa dell’evento. Come afferma Marco Del Bianco, dirigente di Nuotatori Milanesi e responsabile del comitato organizzatore del Trofeo: «Ci dispiace molto, è stata una decisione che non abbiamo di certo preso a cuor leggero - afferma - è la terza edizione consecutiva che annulliamo, ma questa volta abbiamo deciso di giocare d’anticipo. Nel 2020 ci fermammo ad una settimana dall’inizio del meeting, con l’organizzazione pronta, hotel prenotati, programma definito eccetera. L’anno scorso e quest’anno abbiamo deciso che era meglio giocare d'anticipo e non rischiare, anche per una questione di responsabilità».

Del Bianco, ci spiega le motivazioni di questa scelta? 

«Sono sostanzialmente tre. La prima è relativa ai contagi, ci sono ancora e i numeri sono comunque alti. E per un senso di responsabilità non avremmo mai voluto trovarci ad essere un possibile veicolo di trasmissione. Poi c’è un problema di organizzazione: il meeting ha una valenza nazionale ed è sempre stato un test e uno spettacolo di alto livello. Farlo tanto per fare, in una piscina semi vuota, non avrebbe avuto senso. Senza dimenticare che la logistica su una città come Milano è abbastanza onerosa. E qui arriva l’ultimo punto, quello della sostenibilità economica; un evento di questo genere ha un bilancio di circa 100mila euro, in questo momento ci sono variabili troppo indefinite per cui non ce la siamo sentita di accollarci un rischio economicamente così importante. Senza dimenticare che alcuni sponsor sono aziende del nostro mondo, quello delle piscine, che vivono una situazione di difficoltà importante». 

E poi c'è l’assenza del pubblico...

«Il Trofeo Città di Milano ha sempre avuto una grande attenzione al contesto, alla scenografia e all’intrattenimento; la musica, i colori, maxi schermi... in questo momento andare ad impoverire il contorno impoverirebbe tutto; come anche l’assenza il pubblico, gente che pagava il biglietto ed era una parte importante di sostegno economico»

Quello delle piscine è un settore che attraversa una crisi importante

«La sostenibilità degli impianti è un tema di grandissima attualità. In questo momento le strutture sono gestite da società sportive, ma sono poche le entrate e molte le uscite, con il recente aggravio delle spese di energia, esorbitanti; molte società sono sull’orlo del baratro». 

Avete ricevuto aiuti? 

«Il nostro è un evento estremamente importante dal punto di vista sportivo per la Federazione, che ringraziamo per la vicinanza e il supporto. C’è stato qualche sponsor che si è reso disponibile, ma non basta. Viviamo un momento di grande incertezza, l’annullamento del Trofeo Città di Milano è purtroppo un atto dovuto». 

Un evento che aveva anche un significato sociale

«Esatto. Questo tipo di eventi aiutano a far vivere la cultura dello sport. La preoccupazione di oggi è pensare a chissà quanti atleti persi, con le piscine chiuse; quanti ragazzi che magari volevano avvicinarsi al nuoto e invece si sono smarriti. Sicuro qualcuno ricomincerà, ma qualcun altro, senza ombra di dubbio, si è perso».

E il futuro? Appuntamento al 2023? 

«Sicuramente ci proveremo ancora, siamo sempre stati ottimisti; anche in questi anni di pandemia, abbiamo sempre pensato di poterlo riorganizzare, salvo poi scontrarci con la realtà dei fatti. Di sicuro dopo quattro anni di stop, perché l’ultima edizione è stata nel 2019 e la prossima potrebbe essere nel 2023, avremo un nuovo evento, diverso. Si è persa la continuità, dovremo essere bravi a ricostruire tutto con nuove condizioni. Non vediamo l’ora che si possa fare, perché è una grande soddisfazione creare qualcosa di importante. Non nascondo che in queste settimane tante realtà ci hanno cercato, chiedendo di partecipare e gareggiare, a riprova dell’importanza dell’evento. E questo ci fa ben sperare».