Il nodo della pista da bob di Cortina, da realizzare per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026, dovrebbe sciogliersi i primi di settembre. Tra poco più di due settimane – come riporta il Sole24 Ore - si capirà se gli “inviti” alle principali imprese di costruzioni italiane – secondo indiscrezioni dovrebbero essere circa 5 quelle interpellate – daranno un esito positivo, dopo che la gara pubblica, chiusa il 31 luglio, è andata deserta.

Un appalto complicato, quello pubblicato dalla società Simico, che si occupa di realizzare le infrastrutture stradali e alcune di quelle sportive per le Olimpiadi invernali del 2026. Così complicato che nessuna azienda locale è riuscita a organizzare un raggruppamento di imprese per una base d’asta da 81 milioni. Il tema probabilmente non è solo quello del timore degli extracosti, ma proprio l’organizzazione dei lavori che prevedono un progetto esecutivo non banale per questa cifra, con impianti coperti da verde e sostenibili anche dal punto di vista estetico.

Olimpiadi invernali: le ipotesi per il nuovo bando                   

Simico, dopo la chiusura a vuoto della gara, sta ora utilizzando la procedura degli inviti mirati. Ufficiosamente c’è la speranza che questo possa essere di maggiore stimolo, visto che ci sarebbe la possibilità di subappaltare il 50% dei lavori. Potrebbe essere così più facile trovare una sorta di capo cordata e una serie di aziende più piccole che si ritagliano un proprio spazio. Questa almeno la speranza. Se così non fosse ci sarà da trovare un’alternativa rapida, visto che una pista dovrà essere pronta entro novembre 2025.

Il Comune di Milano chiede aiuti al Governo per l’Arena nel quartiere Santa Giulia

C’è intanto a Milano un altro fronte aperto, quello dell’Arena nel quartiere Santa Giulia, dove si terranno le gare di hockey maschile. Lavori e appalto sono in mano ai privati, anche se evidentemente l’opera ha un valore pubblico, considerando che è stato inserito nel dossier delle Olimpiadi, e sarà uno dei luoghi simbolo dell’evento. Il nuovo palazzetto del ghiaccio verrà costruito da Cts Eventim, società internazionale specializzata in questo tipo di opere. I cantieri sono partiti, le bonifiche terminate. Ma l’ombra degli extracosti, che possono minacciare la prosecuzione dei lavori, non si è ancora dissipata. Il costo è lievitato di circa il 50%, per arrivare ad un totale di 280 milioni. Per ora i privati se ne fanno carico, ma il Comune di Milano sta trattando con il governo affinché ci siano degli aiuti ritenuti indispensabili.

Olimpiadi invernali: nuova tranche di fondi dal governo

L’obiettivo sperato sarebbe quello di inserire nuovi finanziamenti per quest’opera nel Dpcm per le Olimpiadi atteso per settembre, in cui tutte le opere verranno rifinanziate per un totale di 3 miliardi (verranno quindi aggiunti ulteriori 400 milioni circa). Tuttavia non è scontato che vada così, e potrebbe esserci bisogno di un nuovo decreto. Qualche aiuto è atteso anche per il villaggio olimpico di Milano, gravato anch’esso dagli extracosti, di cui si sta facendo carico l’impresa Coima che ha vinto l’appalto. In questo caso il sostegno potrebbe essere governativo o comunale (o un mix di interventi).

Lo stato dell’arte dei lavori a Milano

Procede invece più spedito il cantiere nella sede della Fiera di Milano, a Rho, sotto la guida della Fondazione Fiera Milano. L’intervento dell’ente fieristico si è rivelato fondamentale per i Giochi: non solo il pattinaggio di velocità si svolgerà in questi edifici, ma anche l’hockey femminile. Nessuna ristrutturazione per il Palasharp di Milano quindi, che avrebbe avuto bisogno di un investimento di circa 10-15 milioni, ma che rappresentava comunque un’incognita considerando lo stato di abbandono in cui si trova.

Ancora un cambiamento in corsa dunque, dopo la rinuncia di Baselga di Piné (Trento) alla realizzazione di un Oval per il pattinaggio di velocità. Ma a Milano le due soluzioni trovate all’ultimo momento sono persino più fortunate delle ipotesi di partenza, visto che i costi vengono sostenuti da un ente privato che ha tutto l’interesse a creare all’interno dei propri edifici nuovi spazi da dedicare anche in futuro ai grandi eventi (e in questo caso ottiene sponsorizzazioni alle Olimpiadi invernali ma non chiede finanziamenti pubblici).

I cantieri alla fiera di Rho sono partiti, e a metà 2025 dovrebbero essere pronti entrambi gli impianti – una pista da 400 metri per il pattinaggio di velocità e un’area più piccola per l’hockey femminile, a cui si aggiunge un campo di ghiaccio per gli allenamenti. L’investimento complessivo sostenuto dalla fondazione è di 15 milioni. Le buste della seconda gara (struttura in acciaio e tetto), verranno aperte a fine agosto.