Sciopero delle piscine, lo scorso 6 febbraio. Colpite dalla forte perdita di fatturato, con una forte riduzione della domanda di utenza e gli aumenti del caro bollette, gli impianti natatori lanciano l’ennesimo allarme. Per i gestori delle strutture, la situazione è divenuta ormai insostenibile. Con sempre maggiore difficoltà riescono a mantenere aperti gli impianti, causa i gravissimi problemi economici che si sono trovati ad affrontare. Di seguito le richieste avanzate al Governo dal Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori.

Piscine, servizio essenziale

Gestiamo impianti pubblici e forniamo un servizio essenziale sostituendoci ai Comuni - sottolinea Marco Sublimi, rappresentante del Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori - Diamo un servizio a milioni di utenti e di agonisti su tutto il territorio nazionale, impieghiamo oltre 300 mila persone tra dipendenti regolarmente assunti e collaboratori sportivi”

Pandemia, chiusura senza agevolazioni

Gli effetti della pandemia sugli impianti, al centro della discussione. "Siamo stati obbligati alla chiusura forzata, ma non per questo esentati dai costi di manutenzione e dal pagamento di utenze di utenze di acqua, luce e gas - pone in evidenza Marco Sublimi - La conseguenza è la perdita di fatturato oltre il 50%, alla quale bisogna aggiungere il caro bollette e la riduzione del 50% dell’utenza, con conseguenti mancati rinnovi e richiesta di rimborsi

Bollette quadruplicate, impianti sull'orlo della chiusura

Soprattutto chi ha una società agonistica ha l’obbligo di fare allenare i propri atleti. “Da due anni abbiamo mantenuto gli impianti attivi, senza incassare niente - dichiara rammaricato Walter Vucenovich, Presidente di Pallanuoto NC Milano - Quanto avevamo precedentemente incassato con le iscrizioni ai corsi sono stati congelati, alla riapertura abbiamo dovuto rilasciare i voucher per consentire ai nostri utenti di svolgere il corso che avevano già pagato. Con le bollette quadruplicate siamo sull’orlo della chiusura. Così si distrugge un servizio sociale, diamo sfogo ai giovani

Saltati due gestori di impianti, a casa più di mille atleti

Lo sciopero di domenica 4 febbraio è stato un plebiscito a livello nazionale, hanno chiuso tutti i gestori di piscine private. Le uniche aperte, quelle comunali. “Non è accettabile che le piscine comunali facciano una concorrenza sleale, forti dei finanziamenti comunali quando noi non riusciamo a ricevere sostegno dalle banche – prosegue Walter Vucenovich - In Lombardia sono già saltati due gestori di impianti. Complessivamente sono rimasti a casa più di mille atleti” A rischio tutto l’indotto, sempre più difficile proseguire con i campionati. “E’ una catena che si sta sfaldando, è fondamentale l’intervento del Governo

Nuoto, benessere personale e sociale

A sostenere l’azione dimostrativa attuata domenica 6 febbraio dai gestori degli impianti natatori con la chiusura degli impianti, la Federazione Italiana Nuoto. “Le bollette energetiche hanno influito sui costi e sui bilanci, rendendo la situazione insostenibile – sostiene Paolo Barelli, Presidente di FIN e deputato parlamentare – Il nuoto rappresenta un investimento per il futuro dei nostri ragazzi, insegna la sicurezza in acqua, propone stili di vita. E' benessere personale e sociale

Impianto Ferdinando Villa, primi problemi tra le piscine comunali

Se le piscine private sono stare duramente colpite, qualche crepa comincia nonostante tutto ad esserci anche tra quelle comunali. E’ di questi giorni, il caso della Piscina Comunale di Legnano. Verrà infatti evitata la chiusura totale dell’impianto natatorio "Ferdinando Villa", con il sacrificio della vasca olimpionica. La cittadinanza dovrà quindi accontentarsi della struttura interna dotata di una vasca da 25 metri a 10 corsie, parzialmente agibile. "Garantiremo comunque i corsi già avviati e l’attività delle società sportive - rassicura Guido Bragato, Assessore allo Sport del Comune di Legnano - Il nuoto libero sarà concentrato alla fascia mattutina"

Il Coordinamento a colloquio con esponenti del Governo, si chiede l'intervento

E' dello scorso mercoledì 9 febbraio l'incontro di una delegazione del Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, guidata da Marco Sublimi, con esponenti del Governo e delle forze politiche della maggioranza. Al Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgietti, al Segretario Nazionale del PD Enrico Letta, al leader del Movimento 5 Stelle Antonio Conte, all’On. Luigi Mariottin membro dello staff tecnico del Presidente della Commissione Finanze della Camera, sono state avanzate precise richieste.

Le richieste

Serve una svolta decisa, forti le richieste al Governo da parte del Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori. Un contributo di 150 milioni di euro per le piscine, la possibilità di accesso all’ecobonus 110% per gli interventi sugli impianti, la creazione di un fondo per le pubbliche amministrazioni da utilizzare per il riequilibrio delle concessioni, la riduzione del caro bollette attraverso il credito di imposta, l’inserimento di un bonus sport da utilizzare anche nelle piscine, il credito di imposta per i canoni di locazione e di affitto di ramo di azienda per il 2022. Si attende ora la risposta.

Le rassicurazioni

Abbiamo avuto rassicurazione – conclude Sublimi in un comunicato del Coordinamento – che le nostre richieste saranno già processate nei prossimi giorni mettendo mano a quanto previsto dal cosiddetto Decreto Legge Sostegni Ter. Ciò consentirebbe di aumentare le dotazioni, per le società che hanno avuto ripercussioni economiche con le limitazioni Covid. E inserire gli impianti natatori tra i soggetti energivori