Presentazione ufficiale, presso la sala stampa di Palazzo Marino a Milano, di RealEyes, la squadra di calcio ipovedenti nata da un’idea di Daniele Cassioli, pluricampione del mondo di scinautico nonvedenti e Presidente della Polisportiva omonima. Per la prima volta una squadra di calcio ipovedenti parteciperà ad un campionato di calcio a 5 e lo farà nel contesto del CSI Milano, sfidando altre squadre composte da normodotati.

Daniele Cassioli

RealEyes, un’opportunità anche sociale

Alla presentazione ha aperto le danze Alessandro Giungi, presidente della commissione olimpiadi e paralimpiadi di Milano-Cortina 2026: «Il CSI è sempre all’avanguardia - le sue parole - questo dello sport paralimpico è un tema enorme, dobbiamo garantire l’accesso allo sport a tutti e soprattutto a chi è in una condizione di disabilità. Il CSI dimostra ancora una volta volontà di essere inclusiva. E poi c’è anche la squadra del Consiglio Comunale di Milano, che lancia ufficialmente la sfida a RealEyes».

RealEyes, oltre 250 tesserati

La replica del campione Daniele Cassioli, presidente di RealEyes: «Grazie alla città di Milano, che dimostra sempre di essere vicina ai nostri ragazzi. Io faccio sport sin da piccolo, mi ha dato successi ma soprattutto permesso di raccontare qualcosa a scuola, credere in qualcosa, credere che oltre agli oculisti ci fosse altro da fare. Certo, ci sono le paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 ma tutti gli altri? Cosa facciamo per inquadrare i loro percorsi agonistici? Per fortuna c’è il CSI che si occupa di questo. E ad oggi abbiamo 250 tesserati, quasi tutti non vedenti ma da poco abbiamo anche iniziato con alcuni ragazzi e ragazze del sitting volley. Parliamo di atleti che con la loro disabilità fanno cose incredibili».

Il campionato del RealEyes

Al via 20 squadre del CSI, che hanno deciso di prendere parte a questo campionato: «E’ già una cosa incredibile - prosegue Daniele Cassioli - non abbiamo un vero movimento, per poter garantire ai ragazzi di giocare tutte le settimane; questo è davvero l’inizio di un percorso che ci deve portare in tutte le case, le scuole, gli istituti e in generale i posti dove ci sono persone che non hanno occasione di fare sport. E pensare che nella nostra squadra ci sono ragazzi che arrivano da Torino, da Genova, a testimonianza che quello che stiamo facendo deve inorgoglirci ancora di più. E RealEyes ci prova sempre, abbiamo appena chiuso due camp sulla neve con 18 bambini».