Buona partecipazione con parecchi interventi agli Stati generali del Milano nella palestra di via Constant.

Buona riuscita degli Stati generali del Milano ’46 che hanno visto una partecipazione motivata nella palestra di via Constant.

Dopo una breve introduzione del presidente Alessandro Selmi e un’analisi dell’evoluzione della società negli ultimi vent’anni fatta da Elia Pagnoni, è stata la volta di Enrico Rocchinotti che ha tratteggiato le novità che la riforma della legge dello sport porterà inevitabilmente nella vita delle associazioni sportive.

Quindi, Beppe Pizzi ha analizzato il risultato del questionario distribuito nei giorni scorsi da cui si evince sostanzialmente una soddisfazione diffusa sull’attività del Milano, ma che ha evidenziato anche alcuni punti critici che sicuramente stimoleranno le riflessioni delle prossime settimane.

Selmi nella sua introduzione ha posto l’assemblea di fronte a una realtà ineluttabile, cioè che la società si trova davanti a una scelta tra il coraggio di percorrere nuove strategie e l’alternativa di vivacchiare per i prossimi anni. “Dobbiamo dare tutti insieme un nuovo contenuto al termine “società”, che alcune volte purtroppo viene interpretato come un’entità estranea e non una “comunità”. Vogliamo valutare tutti assieme i punti deboli di oggi per evitare che diventino elementi critici in futuro”.

"Per capire dove vogliamo andare, dobbiamo però capire che cosa abbiamo fatto negli ultimi anni. E allora l’analisi anche statistica delle ultime stagioni evidenzia che – come ha spiegato Pagnoni – dal 2014, l’anno dell’insediamento di Selmi alla presidenza, ad oggi, siamo passati da 8 squadre (7 di baseball e una di softball) iscritte ai campionati, alle 12 attuali, con un incremento del 50 per cento. E se nel baseball iscriviamo squadre a tutte le categorie da almeno una quindicina d’anni, dal 2018 lo facciamo anche nel softball. Ma il termine di raffronto più realistico va spostato più indietro, ovvero a quel 2003 in cui, dopo la scissione dall’Ares, si ricominciò dalla serie C con Marco Giulianelli presidente e appena 58 atleti tesserati, che però diventeranno 163 nel 2014, con 40 ragazze del softball, per un incremento del 65%. Dal ‘14 ad oggi i tesserati sono poi diventati 209 (più 29%) con le ragazze che sono più che raddoppiate: da 40 a 87. Con il boom del 2021 con 249 atleti tesserati che ci pose al primo posto tra le società italiane. Ma la crescita significativa è stata anche nei dirigenti, che sono l’anima della società, passati da 23 nel 2003 a 29 nel 2014 e a ben 45 nel 2023. I tecnici invece erano 10 vent’anni fa (tra cui una sola donna), erano ancora 12 nel 2014 (sempre con una sola donna), ma sono raddoppiati negli ultimi dieci anni: 22 in totale, purtroppo sempre con 2 sole donne. Il confronto più evidente è però nella situazione che vedeva nel 2014 la prima squadra (allora nella franchigia United) ospitata sempre da Senago, perché le condizioni del Kennedy non consentivano di giocarci la A2, mentre oggi possiamo vantare un campo all’altezza, dotato oltre tutto di strutture impensabili in passato come la club house e la sede”.

A proposito di sede, Rocchinotti ha poi annunciato che “dovendo adeguare lo statuto alla nuova legge dello Sport, ne abbiamo approfittato per portare anche legalmente la sede sociale al Kennedy e per cambiare la denominazione ufficiale della società, aggiungendo Softball a Baseball. La prossima assemblea ordinaria sarà quindi chiamata a ratificare le variazioni statutarie”.

Molto interessante anche l’analisi dei dati emersi dai questionari fatta da Pizzi: “In linea generale si evince un apprezzamento per le nostre attività, quasi sempre ben oltre il cinquanta per cento tra “buono” e “ottimo”, mentre dal nostro punto di vista i semplici “sufficiente” non possono avere valenza positiva. Abbiamo avuto una apprezzabile adesione al nostro questionario, a cui hanno risposto 115 persone, in larga parte (45,6%) genitori del settore giovanile, cosa che avvalora ancor più questa iniziativa, seguiti da atleti seniores (19,3%), tecnici (13,2%), dirigenti ed ex atleti (12,3% per entrambi). E l’89 per cento degli intervistati ritiene buono o ottimo il servizio fornito dalla nostra società. Ampio apprezzamento per la qualità dei tecnici, mentre scende la valutazione sulla loro quantità. C’è poi una strana discrepanza tra il fatto che il 90% degli interpellati ritenga importante o fondamentale avere le prime squadre come punto di riferimento, ma poi denotino scarsa conoscenza della loro attività con oltre il 25 per cento degli intervistati che risponde “non so” al quesito sull’organizzazione delle prime squadre di baseball e softball. Anche il giudizio sulla comunicazione sia interna che esterna è principalmente positivo, ma in questo caso c’è anche un sostanzioso numero di insufficienze (intorno al 9-10%) che ci fanno riflettere sulla necessità di percorrere nuovi canali, soprattutto sui social. Interessanti anche i commenti lasciati, su tutti quello molto carino di una mamma che ha risposto alla domanda “come immagini il Milano 1946 nel 2030?”, spiegando: “come il luogo dove trovare mia figlia insieme ai suoi amici, quando la cercherò” “.

L’assemblea si è poi sciolta con la proposta di creare un gruppo di lavoro composto da un consigliere, un dirigente, un tecnico, un atleta, un genitore e un simpatizzante che possa sviluppare i temi aperti dalla discussione e che finalizzi all’inizio del prossimo anno i percorsi di evoluzione della società.