Milanosportiva talk show ha intervistato Martina Alabiso, direttore del Tennis Club Milano.

Finalmente si torna ‘a fare’ un po’ di tennis giocato anche a Milano. Nel 2019 l’ultima edizione del torneo Bonfiglio. Immagino siate soddisfatti?

“Siamo super soddisfatti e contentissimi perché come avrai visto gli altri tornei italiani che ci precedono e succedono, tornei storici, hanno dovuto necessariamente fare retromarcia. Noi del Tennis Club Milano siamo stati in costante contatto sia con la federazione nazionale che internazionale, perché dovevamo far combaciare l’altro nostro grande evento che è quello dei campionati nazionale under 12 ai primi di settembre. Il contatto con le federazioni è far sì che le manifestazioni fossero all’altezza degli anni precedenti. Dunque, non potevamo permetterci che fossero troppo vicino, quindi, abbiamo trovato la data a luglio, le qualificazione il 10. Il tabellone principale dal lunedì successivo.

E’ la settimana immediatamente successiva a Wimbledon (Londra 28 giugno-11 luglio), i ragazzi arriveranno da una superficie diversa, che infatti aveva creato all’inizio qualche dubbio da parte del responsabile dell’ATF. Ma credo che, dopo due anni quasi in cui di tennis giocato si è parlato molto poco, uno sforzo in più nel passaggio da una superficie più veloce ad una più lenta come la terra possa andare bene a tutti”.

Qualche giorno fa su Milanosportiva è stato pubblicato l’articolo che al Tennis Club Milano si sarebbe disputato il Torneo Bonfiglio. La domanda più frequente è stata se sarà presente pubblico.

“Al momento è previsto una presenza di pubblico come da normativa governativa, quindi quel 25 percento di pubblico come al Foro Italico. Anche noi avremo questa percentuale di pubblico. Non sarà facile perché, tolto il campo centrale con 3mila posti dove possiamo conteggiare il 25 percento, per il restante spazio è più difficile il conteggio. Quindi, ci stiamo coordinando con le due federazioni per stabilire sui 16mila metri quadri che pubblico potremo avere. Con limitazioni ma il Tennis Club Milano sarà aperto al pubblico”.

Quanto è stato difficile l’anno e mezzo di pandemia?

“Molto difficile. Noi siamo uno sport fortunato essendo individuale e con spazi grandi, quindi abbiamo subito meno di altre discipline. Ma, dall’altro punto di vista, sicuramente il continuo aggiornamento delle normative, quasi la sera per la mattina dopo, ci ha messo un po’ in difficoltà. Detto questo abbiamo avuto l’appoggio di Federazione e Coni nel tentare di interpretare ciò che ci veniva proposto dalle autorità. Dall’altra parte c’è stato un grande sostegno da parte nostri soci e atleti, che sono stati sempre con noi.

L’altra cosa positiva è la nuova collaborazione tra realtà simili. Noi del Tennis Club Milano abbiamo guidato insieme al Tennis Lombardo e al suo presidente, l’avvocato Lombardi, il di ricorso al TAR e abbiamo avuto la fortuna di avere tanti circoli che ci hanno appoggiato. Da qui è nata una sinergia. Pur essendo dei competitor ci siamo uniti e ci siamo resi conto che c’è spazio per tutti. Quindi abbiamo deciso di collaborare anche in futuro anche per altre necessità, ad esempio la riforma del comparto sportivo”.

Questa unione forze può essere un modo per ‘galoppare’ in futuro e presentarsi più forti

“Sì assolutamente, non volgiamo essere oppositori o contestatori Ma al contrario far presente alle autorità quali sono le caratteristiche delle nostre strutture e dei nostri sport e dove ci possiamo spingere. Vorremmo “sederci” al tavolo per dire la nostra, perché le associazioni sportive dilettantistiche che siamo circoli di tennis o polisportive di calcio sono oggettivamente i primi stakeholder che mandano avanti lo sport. Riteniamo di avere un po’ voce in capitolo su alcune scelte”.

Tennis Club Milano: torneo Bonfiglio, campionato under 12, il Porro Lambertenghi. Riuscirete a fare tutto?

“Tutto. Trofeo Bosurgi compreso, così come le nostre attività sociali. Abbiamo voglia di ripartire, ovvio rispettando tutto ciò che ci verrà chiesto. La volontà è ripartire perché sentiamo la volontà anche da parte di chi è un neofita di avvicinarsi a questo sport. Potrebbe essere un momento positivo”.

Se Alabiso chiude gli occhi, cosa sogna?

“Un ritorno serie A dal punto di vista sportivo. Ci stiamo lavorando sulla compagine maschile in quanto abbiamo un vivaio maschile importante e bravo. Mentre da un punto di vista associativo stiamo già vivendo un sogno ad occhi aperti, nel senso che il tennis sta ritrovando una nuova giovinezza dovuti ai risultati di Berrettini, Musetti e Sonego. C’è la riscoperta di uno sport che negli ultimi anni aveva avuto un momento di silenzio. Siamo contenti di essere tornati attrattivi”.