Fausto Desalu, il destino non gli sorride

Nato in un piccolo centro del cremonese da genitori nigeriani, abbandonato dal padre all’età di tre anni, vive per un certo periodo in un garage insieme alla mamma, rimasta sola e senza lavoro. Una “sistemazione” che ovviamente non possono pagare, il rischio è quello di finire su una strada. Oppure tornare in Nigeria. Ma per la mamma, arrivata in Italia per trovare un lavoro e dare un futuro alla famiglia, sarebbe un fallimento. Ecco allora che il piccolo borgo di Breda Cisoni, frazione di Sabbioneta, si stringe attorno a loro. Tutti contribuiscono perché le cose prendano una direzione diversa, per Fausto Desalu inizia una nuova vita.

La fortuna di crescere in un paesino

La storia di Fausto Desalu – sostiene Francesco Ceniti, co-autore di “Veloce come il vento” – è una bella storia, racconta una bella Italia” Fausto Desalu trova nel parroco il suo punto di riferimento, nell’oratorio un ambiente sereno nel quale crescere. “Ho avuto la fortuna di vivere in un paesino – afferma il campione olimpionico - Se fossi cresciuto in una grande città sarebbe stato tutto diverso” All’età di 13 anni scopre l’atletica leggera, all’Atletica Interflumina di Casalmaggiore. Per lui è la svolta. “Ho cominciato a fare i campionati studenteschi, lì ho scoperto la velocità. E ho capito che era un dono che non dovevo sprecare, sarebbe stata l’occasione per affermarmi

L’approdo ad Atletica Interflumina

Dentro ognuno di noi c’è un talento – rimarca Francesco Ceniti - La cosa importante è non trovare, durante il nostro cammino, chi lo comprime. Il buon maestro è colui che non spegne il fuoco che è in noi” La strada è comunque ormai segnata, non però senza qualche smacco. “Comincio a fare atletica sul serio, partecipo ai Campionati Regionali di Alzano Lombardo - racconta l'atleta mantovano - Sono convintissimo di vincere ma in finale arrivo ultimo. E’ stata una lezione di vita, da quel giorno sono diventato più umile

Il desiderio di lasciare il segno

Nel 2015 lo colpisce una grave pubalgia che sembra voler dare uno scossone al suo percorso. Rimane fermo nove mesi, pensa di non riuscire a tornare in pista ad alti livelli. E’ quasi sul punto di mollare. “In situazioni come queste sono più che mai importanti le motivazioni, nel mio caso era troppo forte il desiderio di lasciare un segno nell’atletica leggera che potesse essere tramandato nel tempo. Ogni difficoltà ci porta inevitabilmente a porci alcune domande, ma se la risposta è forte vuole dire che siamo sulla strada giusta”

Sentirsi italiano, oltre ogni difficoltà

A 16 anni compiuti, si trova di fronte ad un’altra scelta difficilissima che lo mette a dura prova. La mamma rimane senza lavoro, incoraggiata da alcune amiche medita di trasferirsi in Inghilterra dove la situazione sembra offrire maggiori prospettive lavorative. Per Fausto sarebbe una occasione, essendo conosciuto come atleta potrebbe ottenere una borsa di studio per meriti sportivi. Ma Fausto Desalu si sente italiano e in Italia vuole rimanere per coronare un sogno. Due anni dopo giura sulla Costituzione Italiana.

Secondo duecentometrista italiano, dopo Mennea

Nel 2016 partecipa alla sua prima Olimpiade, a Rio de Janeiro, senza particolare fortuna. La sfortuna sembra accanirsi su di lui, un infortunio lo colpisce l’anno successivo e non gli permette di partecipare ai Mondiali di Londra. Riesce comunque a vincere il titolo italiano dei 200m piani a Trieste con 20"32. Ai Campionati Europei di Berlino 2018 è in finale dei 200m, parte in settima corsia e dopo aver condotto un'ottima gara finisce sesto in 20"13, a pochi centesimi dal podio. Fa il suo miglior tempo, diviene così il secondo duecentometrista italiano più forte di tutti i tempi dietro solo a Pietro Mennea. Subito dopo, però, lascia l'Atletica Interflumina.

L’abbandono di Atletica Interflumina

Il Prof. Contini – dice Carlo Stasssano, presidente di Interflumina – insegnava a scuola, non poteva quindi allenare Fausto due volte nella stessa giornata. Gli ho affiancato così un giovane preparatore atletico laureato in scienze motorie, Sebastian Bacchieri, perché facesse il lavoro di preparazione organica generale. La vicinanza di età con Fausto ha fatto sì che tra i due si creasse un affiatamento molto forte, un rapporto diverso da quello che Fausto aveva con il Prof. Contini, molto più direttivo. Inevitabilmente le cose hanno preso una piega diversa”

Alla ricerca di nuovi stimoli

Come conferma lo stesso atleta. “Ero sempre alla ricerca di nuovi stimoli, sentivo il bisogno di avere attorno a me persone che mi aiutassero a sbloccare il mio potenziale. Sebastian mi permetteva di uscire dalla comfort zone, era la persona che inconsciamente volevo avere al mio fianco

Una sensibilità non scontata

Ciò non gli ha comunque impedito di lasciare dietro di sé un ottimo ricordo, come traspare dalle parole del Presidente Stassano. “Quando i ragazzi meritano, come merita Fausto, è giusto dargli un premio. Così, in occasione di un riconoscimento per suoi meriti sportivi ed umani, gli ho riconosciuto un compenso extra. Lui, nella situazione non facile nella quale si trovava nonostante avesse già cominciato a correre per le Fiamme Gialle, ha avuto la sensibilità di restituirmelo perché lo destinassi a qualche altro ragazzo che ne avesse bisogno

Grande serenità, sempre e comunque

Carlo Stassano ricorda, con affetto e ammirazione, anche un altro aneddoto. “Quando Fausto ha fatto il record italiano sui 60m hs ad Ancona nel 2011, non era ancora cittadino italiano. Non gli hanno quindi riconosciuto ne assegnato il record. Ne ero furioso, lui, con grande serenità e signorilità, ha invece accettato la decisione della Federazione. Un atteggiamento che da la misura della suo spessore umano, è capace di dare insegnamenti agli altri

Olimpiadi 2020, staffetta storica

Giochi Olimpici 2024 a Tokyo,finale 4x100. Consacrazione di una carriera. L’uscita dalla curva è un momento cruciale. Si arriva sparati, se si passa male il testimone si perde tempo. Il primo a partire è Lorenzo Patta, ex calciatore che aveva scoperto l’atletica solo due anni prima. Marcell Jacobs, che si presenta alla staffetta da campione olimpico, è secondo frazionista. Lui è il terzo. Corre la sua frazione di 130 metri in soli 9 e 17. Il resto è storia. Il passaggio di testimone a Filippo Tortu che si invola con uno scatto imperioso verso il traguardo a conquistare medaglia d’oro e il tempo strepitoso di 37 e 50.

Il retroscena curioso

Una finale incredibile, con un retroscena curioso. Protagonista, un misterioso “op,op”, Fausto Desalu lo ricorda con un sorriso. “Ero in attesa di ricevere il testimone da Marcell, ad un certo punto alle mie spalle sento un op op come fosse un incitamento. Pensavo fosse lui, allungo il braccio e afferro il testimone sulla destra” Cambio di testimone perfetto. Nel dopo gara, la sorpresa. “Quando Marcell mi ha chiesto come mai avessi tirato il braccio senza aspettare il suo segnale, ho scoperto che quell’op non era il suo ma quello era del giapponese che correva nella corsia a fianco” Strano gioco del destino.

D'accordo il talento, ma è la testa a fare la differenza

Quella medaglia però non nata per caso, ci ho sempre creduto- precisa con orgoglio il campione olimpico - Il pensiero della vittoria è sempre stato con me, in ogni istante della mia vita. Alla fine la vittoria è arrivata” Una convinzione che non lo ha mai abbandonato. “Se credi veramente nelle tue possibilità, puoi ottenere ciò che vuoi raggiungere. Il talento è importante ma a fare la differenza è la testa. Siamo noi gli artefici del nostro destino, con la nostra testa possiamo decidere chi diventare. Capaci di cambiare pagina il giorno dopo, sia che si ottenga un successo o si subisca un insuccesso. Senza cercare scappatoie, i piani B creano una rete di sicurezza che ci svia e ci frena

L’allenamento non finisce in pista

Un approccio che non si limita alla pista. “L’allenamento non finisce in pista, è in ogni azione della nostra vita. Bisogna creare una routine, per affrontare la gara nella consapevolezza di avere fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità fare” L’allenamento è soggettivo, ma la disciplina e la visualizzazione mentale sono costanti da non trascurare. “La disciplina porta successo, prima ancora della motivazione che pure è importante” Non solo quindi pista e palestra. “Dedico tempo alla meditazione, per raggiungere il giusto equilibrio ed affrontare serenamente una gara. Non voglio avere rimpianti, è nel presente che si crea il proprio futuro

La voglia di riconfermarsi, dopo l’infortunio

Un futuro che per Fausto Desalu si traduce nella difesa del titolo nella staffetta e nella partecipazione ai prossimi Campionati Europei a Roma. La voglia di fare è ancora tanta. “Il fatto di essere ancora in pista dimostra che non mi sento assolutamente arrivato. Se fosse così, avrei già smesso due anni fa. Invece ho tanta voglia di nuovi obiettivi” Obiettivi che sta coltivando dentro di sé, come momento di riscossa dopo un anno, quello appena trascorso, dettato dall’infortunio ma foriero di messaggi positivi.

Determinazione mai doma

L’anno scorso era partito bene, con i bei tempi di Firenze e Savona. Poi la lesione di terzo grado all’adduttore subito in Coppa Europa non mi ha consentito di competere al meglio a Budapest. Il tempo di 20 e 49 non è comunque un tempo da disprezzare, se si pensa che ho conseguito lo stagionale nell’appuntamento più importante dell’anno con alle spalle un solo mese di lavoro. La serietà dell’infortunio - sostiene con forza l'atleta delle Fiamme Gialle -mi ha privato di settimane di lavoro, ma non mi ha tolto la determinazione

I prossimi obiettivi, c’è anche un futuro da allenatore?

Parole che fanno ben sperare per il 2024. “L’obiettivo è scendere sotto i 20”, dal punto di vista tecnico non ci sono problemi. Aver affrontato positivamente l’infortunio più serio della mia carriera, mi fa sentire più maturo e capace di affrontare con la giusta serenità i prossimi obiettivi” Obiettivi che a livello personale hanno il sapore dei 200 metri. “Mi concentrerò prevalente su questa distanza, senza disdegnare qualche gara sui 100m” Con un occhio anche al dopo carriera. “Mi è sempre piaciuto allenare - conclude Fausto Desalu- Vorrei aiutare persone meno fortunate ad entrare nello sport”