Tortu e Jacobs. Preoccupazione da una parte, un mezzo, timido, sorriso dall’altra. L‘Italia dell’atletica riflette, perché se da una parte sembrava che sulle prove di velocità si potesse davvero fare la voce grossa, in un’annata dove oltretutto ci sono le Olimpiadi, dall’altra c’è preoccupazione per i tempi che non arrivano, al pari di prestazioni atletiche che sembrano lontane da una forma fisica ottimale.

Da Madrid a Chorzow, la sfida a distanza tra Tortu e Jacobs

Da Madrid a Chorzow, dalla Spagna alla Polonia. La sfida a distanza del weekend appena trascorso tra Marcell Jacobs e Filippo Tortu è stata vinta dal primo. Ancora una volta, verrebbe da dire, visto che ormai le gerarchie, almeno in questo 2021, appaiono chiare: Jacobs è la stella dell’atletica veloce italiana, Tortu il primo inseguitore. 

In Polonia ottimo ritorno di Marcell Jacobs

In Polonia Jacobs, al rientro dopo il guaio muscolare accusato all’adduttore sinistro a metà maggio, ha vinto i 100 metri in 10’’06. Un tempo lontano da quel 9.95 con il quale il  13 maggio scorso (sua ultima uscita prima di quella di oggi) il bresciano aveva strappato proprio a Tortu il primato italiano dei 100 metri, ma nemmeno così tanto. Jacobs ha preceduto il gambiano Camara (10"16) e l'ivoriano Cissé (10"25). Una vittoria che, a poco più di un mese dalle Olimpiadi di Tokyo, ridona al 26enne Jacobs, campione europeo indoor allenato da Paolo Camossi, l’ottimismo necessario. E nel prossimo weekend sarà a Rovereto per gli Assoluti: «Un rientro così mi dice che ci siamo - le sue parole - l'obiettivo era liberare la mente da tutti i pensieri che potevano esserci dopo un infortunio, ritrovare le sensazioni e correre senza fastidi: così è stato e sono contentissimo. Ho le conferme che servivano. Mi vedrete agli Assoluti e poi in un paio di tappe della Diamond League, probabilmente Montecarlo e Londra/Gateshead».

Filippo Tortu non ha ancora il tempo minimo di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020

Per un Jacobs che sorride, un Filippo Tortu scuro in volto. Perché il 10’’27 con il quale ha chiuso la sua prova sui 100 metri a Madrid, che gli è valso il secondo alle spalle del sudafricano Leotlela (10’’15), non può farlo stare tranquillo. Vero che si tratta del suo primato stagionale, ma è altrettanto vero che le sue performance sono assai lontane dal minimo di partecipazione per le Olimpiadi di Tokyo, fissato a 10’’05. Tortu, velocista brianzolo, 23 anni appena compiuti il 15 giugno, a poco più di un mese dalla rassegna a cinque cerchi non è ancora riuscito a trovare l’acuto necessario tra tante ombre stagionali. Di certo un barlume di miglioramento si vede, visto che dalla prova di Ginevra di qualche giorno prima (10’’30) il tempo è stato limato. Ma è altrettanto vero che il 10’’27 di Madrid è superiore al 10.18 realizzato a Rieti lo scorso 22 maggio nella prima uscita stagionale sui 100 metri.

L'unico sorriso con la staffetta azzurra

Ora bisogna accelerare. Perché ad oggi gli unici sorrisi sono arrivati l’1 maggio scorso. Quando ai Mondiali di staffetta di Chorzow era riuscito a correre la sua frazione della 4×100 metri in un ottimo 9’’09 lanciato. Da lì, però, poca fortuna per il velocista allenato da sempre da papà Salvino. Criticato per la sua non partecipazione al Golden Gala di Firenze del 10 giugno, per Tortu ci sarà un’altra chance il prossimo 9 luglio. Nella tappa di Montecarlo della Diamond League. Non sarà, però, un’occasione per ottenere il tempo di qualificazione per Tokyo, visto che la scadenza è fissata al 29 giugno. La sensazione è che Tortu dovrebbe comunque riuscire ad andare alle Olimpiadi tra i ripescati. Di certo non il massimo per chi sognava un posto al sole.