Non si è ancora spenta l'eco di quanto successo nella finale di Coppa Italia femminile, con il gol fantasma non convalidato all'HC Milano e la successiva vittoria di Civitavecchia. Il ricorso meneghino è stato respinto e il patron Illo Quintavalle ha deciso di scrivere una lettera di protesta che vi riportiamo intelgralmente.

"Per la prima volta da Proprietario ho deciso di prendere carta e penna, o meglio tastiera e schermo, per raccontare il profondo senso di disagio che ho vissuto e per il quale mi sento profondamente offeso. A beneficio anche mio ripercorro quanto successo domenica 11 Febbraio a Padova durante la finale di Coppa Italia femminile. All’over time e dopo una lotta splendida tra le ragazze di Civitavecchia e Milano, le nostre atlete trovano il gol partita. Gli arbitri non se ne rendono conto e nonostante qualche civilissima protesta non cambiano idea. Beffa finale, ovviamente, la coppa finisce nelle mani delle nostre ottime avversarie. Le immagini non lasciano però dubbi: l’errore è macroscopico. D’altronde è della natura umana sbagliare e nonostante sembrava che il posizionamento dell’arbitro capo della partita sig. Zoppelletto, fosse perfetto e senza impedimenti di visuale, la potenza dello slapshot poteva trarre in inganno. Anche chi era presente a Padova si era tuttavia reso conto della clamorosa topica; tra qualche tifoso esagitato per l’errore si vede da una delle numerose telecamere il responsabile degli arbitri, sig. Fonzari, sbracciandosi animatamente e dire al proprio arbitro che fosse goal. Tanto che, in un clima onestamente leggero e senza particolari tensioni il sig. Zoppelletto, evidentemente informato della clamorosa topica e, immagino io, su pressione del responsabile, si è recato a fine partita nei pressi dello spogliatoio del HC Milano per scusarsi del clamoroso errore commesso con il Presidente Tessari, il coach Zerbi e la nostra capitana Guazzi".

"Con immagini e scuse abbiamo ritenuto doveroso e rispettoso nei confronti delle nostre atlete e dei nostri tifosi fare ricorso, chiedendo la ripetizione della partita, fatto tutt’altro che avulso al mondo dello sport come recentemente accaduto nel campionato belga di calcio tra Anderlecht e Genk anche se il regolamento federale, dopo il recente pasticcio tra Ferrara e Cittadella, era stato modificato e, in tutta onestà, il vero obiettivo era vederci riconosciuta un’ingiustizia meglio con delle scuse formali, che avrebbero permesso di chiudere la questione anche senza ripetizione della partita. Dopo solo pochi giorni dal deposito la Giustizia Sportiva respinge il ricorso, fatto che non contesto, con motivazioni tuttavia impensabili: “la terna arbitrale dichiara che nulla osservavano circa il loro operato.” Nulla osservano???? Ma come: immagini televisive, sbracciata del responsabile, scuse del capo arbitro tutto nel dimenticatoio? Certo non avremmo mai immaginato che il sig. Fonzari e il sig. Zoppellato ritrattassero ignobilmente dalle proprie posizioni, dichiarando palesemente il falso e tutto il contrario di quanto detto ai nostri a Padova".

"Quanto vissuto è poi macerato internamente obbligandomi a questo pubblico scritto. Perché l’episodio è l’esatto opposto di quanto insegno ai miei figli e provo a trasferire ai miei collaboratori. L’etica, cari signori, è una virtù a voi ignota ed evidentemente gli insegnamenti di De Coubertin sui benefici dello sport non solo sulla salute ma anche sulla comunità a voi non sono stati trasferiti, o forse peggio, preferite nasconderli sotto lo zerbino dell’indiƯerenza sperando che i malefici di un atto indecoroso spariscano nel limbo di un piccolo sport con insuƯiciente attenzione. Ma lo sport in tutte le sue forme è vita e, mi ripeto, insegna e ci fa stare bene. Solitamente è grazie allo sport che riusciamo a trovare il modo di esprimere quello che a parole non siamo capaci di fare. Ecco oggi forse giungiamo a trasferirvi il profondo senso di malessere, miseria ed enorme seccatura che le vostre gesta ci hanno reso".