“Devo ancora capire quello che è successo”, le prime parole di Paolo Perrone, scoutman della Powervolley Milano e oro a Tokyo con la squadra di volley francese. “Appena arrivato nel mio appartamento a Milano – prosegue - mi sono guardato la partita contro la Polonia. Volevo riviverla da spettatore con tanto di telecronaca per collegare il tutto”.

Ancora non ci crede il cuneese Paolo Perrone, scoutman della nazionale maschile di volley francese oro olimpico a Tokyo. Eppure è tutto vero: un pezzo di quella medaglia è anche merito suo che, a soli 28 anni, ha fatto da assistente allenatore al grande Laurent Tillie. “Ho realizzato quella che abbiamo fatto all'atterraggio a Parigi – racconta a ‘targatocn’ -. C'è stata una bella festa con tutta la delegazione olimpica francese sotto la Tour Eiffel. C'erano tutti i medagliati e tanto entusiasmo. È stato il primo momento in cui ho capito cosa siamo riusciti a fare”.

La Francia ha battuto 3-2 la Russia in finale, ma è stata la sfida contro la Polonia a fare la differenza, quando ha conquistato la semifinale del torneo al tie-break

E' stata la partita più bella di tutta l'Olimpiade. Lì abbiamo iniziato a crederci. Tutti ci davano per favoriti. Ma quando batti la Polonia che è strafavorita e per giunta giocando in quel modo, allora capisci che tutto è possibile. Le prime due partite del torneo sono state difficili – racconta ancora Paolo Perrone -. Siamo stati isolati a Okinawa per due settimane senza poter fare amichevoli prima delle competizioni. Questo all'inizio ci ha penalizzato. Ma poi i ragazzi si sono sbloccati”.

Paolo Perrone ha portato la visione tattica di scuola italiana…

“Laurent mi ha voluto nel 2017; io avevo già collaborato con loro, da casa, a Rio 2016. A Tokyo mi ha voluto in panchina come figura che desse input precisi e diretti. Il mio rapporto con i giocatori è ottimo. Ascoltano i consigli, c'è un grande rispetto, si fidano. E stiamo parlando dei giocatori migliori al mondo, con un'esperienza incredibile. Per me è stata davvero una grande vittoria personale”.

Paolo Perrone a breve riparte per preparare gli Europei con uno staff tutto nuovo

Tillie ha lasciato la panchina della Francia dopo otto anni di successi. Conclude al top. Meglio di così non poteva fare. Ha fatto la storia della pallavolo francese, chiudendo con l'oro olimpico, proprio come nelle fiabe. Ora arriva Bernardinho Rezende, il papà di Bruno (pallavolista brasiliano, palleggiatore del Modena) che porterà un nuovo modo di lavorare. Farà del bene”.

Dopo un oro olimpico raggiunto da assistente allenatore a soli 28 anni Paolo Perrone cosa può volere di più?

“C'è il titolo da difendere a Parigi 2024. Con il club voglio continuare a crescere e vincere trofei ancora più importanti”.

Un anno difficile anche per gli sportivi quello della pandemia. Strano giocare senza il pubblico…

“Confermo, è stato un anno particolare – commenta Perrone -. Mi è mancato tutto ciò che era extra pallavolo. Con il lockdown sono rimasto fermo a Milano senza poter tornare in famiglia. Il pubblico ci è mancato tutto l'anno, ma è stato un vero peccato non averlo alle Olimpiadi, con il tifo giapponese sarebbe stato tutto diverso”.

Alle Olimpiadi ha vinto la forza del gruppo…

“E' stata una competizione particolare, senza le famiglie al seguito. Non avevi modo di uscire. Il loro stare bene insieme e vivere bene insieme ha aiutato. Lo si è visto da come il gruppo si incitava dalla panchina”.

Sogna il ritorno di Cuneo nel volley di massima serie?

Cuneo manca. Lo sento dire anche da giocatori come Earvin N'Gapeth e Angel Dennis. Quando entravi nel palazzetto, avevi il muro di tifosi da pelle d'oca. Da piccolo pensavo che sarei stato sempre a Cuneo. Speriamo che possa tornare a livello. La scorsa estate siamo stati in ritiro a Cuneo. Ho conosciuto la nuova squadra, il vice presidente del Cuneo Volley Gabriele Costamagna. Sono persone capaci che sanno dove vogliono arrivare. Hanno idee chiare e sanno di cosa c'è bisogno per ritornare a livello economico in super lega. Sono fiducioso. C'è un settore giovanile di alto livello, c'è forza territoriale. È anche un mio sogno. E magari, anche io, un giorno tornerò a Cuneo per portare qualcosa di importante”.