Domenica 3 aprile le strade di Milano si animeranno grazie alla XX edizione della Milano Marathon. La sezione AISM del capoluogo lombardo anche quest’anno partecipa al Charity Program della 42 chilometri meneghina nella categoria GOLD. È la nona volta che l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla si fa parte attiva della “competizione solidale” all’interno dell’evento sportivo, terza maratona più veloce di sempre a livello maschile dopo Berlino e Londra.

Milano Marathon, charity program

Il Charity Program di Milano Marathon è un progetto di raccolta fondi solidale che ogni anno vede coinvolte oltre 90 organizzazioni non profit e migliaia di runner che corrono per loro. Dal 2012, anno della sua prima edizione, sono stati raccolti quasi 3 milioni e mezzo di euro grazie al contributo di corridori e aziende su Rete del Dono, la piattaforma di crowdfunding e personal fundraising partner dell’evento. E per non affrontare la maratona in solitaria, è possibile dividere il percorso in quattro frazioni comprese tra 6 e 14 km. Basta aver compiuto 16 anni di età. È questa la peculiarità della Relay Marathon, principale evento di raccolta fondi a scopo benefico in Italia: una corsa a staffetta non competitiva per condividere con amici, parenti, colleghi le fatiche di un evento podistico ma anche le soddisfazioni di una domenica all’aria aperta. Per di più per un’occasione così importante: corri con AISM!

AISM, info utili

Contatta AISM per scoprire come partecipare all’evento e sostenere la Sezione di Milano – visita il sito www.aism.it/milano ; chiama lo 02.48955429 oppure scrivi a maratona.milano@aism.it

La storia di Merilù

“Io corro per me e la mia SM, la porto a tagliare i traguardi con me. Perché è lei che mi ha dato l’occasione di capire il mio scopo nella vita: parlare e fare la motivatrice, per aiutare gli altri con un messaggio positivo. Ho iniziato ad avere i primi sintomi nel marzo del 2006 ma la conferma effettiva l’ho avuta il giorno del mio 37esimo compleanno a maggio 2006. All’inizio mi sentivo in colpa per la malattia, volevo essere compatita, ero depressa e avevo attacchi di panico: insomma, mi vergognavo di essere malata. In più, i medici allora dicevano di non fare sport perché la malattia poteva creare nuove recidive. Una convinzione che per fortuna con il tempo è stata superata ed anzi ora gli stessi neurologici consigliano l’attività fisica non per forza correre ci mancherebbe. Ma muoversi non restare a fissare il vuoto come se non ci fosse più una speranza".

La corsa

"Nel 2014 una mia amica mi convince a cominciare a fare attività fisica, a uscire dall’immobilismo in cui mi ero adagiata. Morale: comincio ad allenarmi e va così bene che il mio allenatore arriva a dirmi “sei nata per correre”. Il 13 marzo del 2016 corro la mia prima maratona, dopo soli tre mesi di preparazione, e da allora non mi sono più fermata: ho corso dodici maratone, in giro per il mondo. Lo faccio per fare conoscere la sclerosi multipla e ogni volta porto persone che non hanno mai corso, perché sono convinta che l’atleta non è chi ottiene grandi risultati nella pratica sportiva, ma lo è che prima di tutto la persona che si mette in gioco, che ci prova. Per questo ho fondato l’Associazione “Se vuoi puoi” con altri ragazzi con sclerosi multipla (ora sono diventati una famiglia per me i miei compagni di vita e sm), con cui partecipiamo alle maratone e ‘ci mettiamo le gambe’ anche per chi non può correre a causa della malattia magari anche spingendo altre persone con sm in carrozzina per fargli assaporare la gioia del traguardo e della medaglia".

Obiettivi

"Quello della corsa, che vogliamo trasmettere con l’associazione, è un messaggio inclusivo: si può vivere la propria vita al massimo, andare oltre i propri limiti, anche se con impedimenti legati alla SM. Ad oggi abbiamo raccolto più di 20mila euro che abbiamo devoluto ad AISM. Non solo: ho scritto un libro, Sua Maestà - Correre al di là della sclerosi multipla», e sto girando un docufilm, che racconta la mia storia in 42 km con tante altre testimonianze. Certo, non sempre è facile, le difficoltà ci sono, prima fra tutte la stanchezza. Ma in questi anni ho imparato a conoscere il mio corpo, a percepire i segnali e capire dove posso spingermi, e mi rendo conto che la stanchezza dell’attività fisica annienta quella cronica della SM. Sembra paradossale ma è così. Quindi, sì, con la sclerosi multipla non solo si può, ma anzi si deve fare sport: con i propri ritmi e le proprie possibilità, ma è importante farlo, sempre con il sorriso. Per questo motivo, nel 2018 ho fatto una battaglia perché le persone con SM potessero essere ammesse alle gare paralimpiche: ci hanno riconosciuto a livello nazionale nella categoria t38 ma il mio obiettivo è quello di far riconoscere gli atleti con SM nella disciplina dell’atletica leggera anche a livello internazionale. È la mia sfida, per i giovani neo-diagnosticati e per dare una speranza e sognare in grande le Paralimpiadi".

Futuro

"Nel 2020, poi, ho avviato il progetto “liberi di camminare”: una camminata di 300 km sulla via Francigena, mentre l’anno successivo abbiamo organizzato il progetto Insuperabile la Staffetta dell’inclusione. Ho percorso 1000 km dal Gran San Bernardo a Roma passando il testimone tra varie associazioni nazionali legate alla disabilità o ad altre patologie. Quest’anno stiamo già lavorando ad un altro progetto inclusivo sulla via di S. Francesco…. Sono affamata di tempo e di vita. La prossima sfida? Ho appena saputo che mi hanno selezionata come Asics Front Runner la community globale dei runner legati al brand che proprio quest’anno è sponsor ufficiale della Milano Marathon. Non male per una malata di sclerosi multipla da 16 anni, no?!”. Avvocato Maria Luisa Garatti, aka Merilù.