I Seamen fanno la storia in un pomeriggio di giugno, centrando la prima vittoria in ELF, trascinati dal calore del pubblico, dalla voglia di rivalsa per le prime uscite sfortunate, dal desiderio di dimostrare al mondo intero e, cosa più importante, a sé stessi, che non ci sono limiti per chi ha il coraggio di osare. I Seamen battono gli Helvetic Guards 32 a 0, risultato che rispecchia, senza voler essere presuntuosi, i valori di una partita che gli uomini di Stefan Pokorny fanno loro dal primo drive, improduttivo, con la palla inchiodata per tre tentativi a meno di un metro dall’end zone avversaria, senza mai disunirsi o farsi prendere dall’ansia agonistica.

Il match ha un MVP indiscutibile, rappresentato non da un singolo giocatore, ma da un’entità universalmente chiamata difesa che non concede nulla, impedendo ai Guards di mettere la testa nella red zone e inanellando recuperi di possesso nel sacro nome del “loss of down”. Il Vigorelli ribolle di passione, sotto gli occhi della console generale per la Svizzera a Milano Sabrina Dallafior che ha riservato l’onore della visita e cui è stato affidato il coin toss, sostenendo senza posa i propri beniamini.

La partita è travolta dall’onda blue navy, rappresentata all’inizio da un field goal di Matteo Felli, poi dalla connessione aerea tra Luke Zahradka e Jean Costant e, per chiudere in bellezza il primo tempo, dal recupero di fumble di Diego Rinaldi che si mangia in un amen 66 yarde per approdare nell’end zone elvetica, aggiornando lo score sul 16 a 0. Nel secondo tempo il leit motiv della sfida non cambia con l’attacco blue navy che, con pazienza, costruisce punti con una superba ricezione di Juan Flores Calderon, con un altro field goal di Matteo Felli e con la prima metà europea, per entrambi in protagonisti, di Andrea Serra imbeccato da Nicholas Dalmasso. Il reparto difensivo chiude la porta a ogni tentativo dei Guards fino all’apoteosi finale, con il Vigorelli che balla innescato dalla Brigata di mare, l’angolo più ribollente dello stadio. La storia è fatta e il trasporto con il quale i giocatori festeggiano sotto i loro tifosi può essere considerato, allo stesso tempo, un atto d’amore liberatorio, ma anche un guanto di sfida lanciato al campionato. I Seamen vincono e aggiornano le statistiche della lega con un “shutout”, ovvero una prestazione senza la macchia di una segnatura al passivo, che mancava in Europa da un paio di anni.