Le dichiarazioni post partita di Atalanta-Milan, match valido per la settima giornata di Serie A vinto dai rossoneri per 3-2. CLICCA QUI PER RILEGGERE LA CRONACA DEL MATCH. Se volete leggere le pagelle del match, CLICCATE QUI.

Atalanta-Milan, le dichiarazioni post gara

L’allenatore del Milan, Stefano Pioli, soddisfatto dopo la vittoria per 3-2 della sua squadra sul difficile campo di Bergamo, che permette alla truppa rossonera di rimanere al secondo posto in classifica dietro il Napoli: "Dobbiamo giocare per vincere ogni singola partita. Abbiamo fatto un'ottima prestazione giocando bene, con intensità ed energia. Una vittoria pesante, che conclude un periodo impegnativo. E' un segnale che stiamo crescendo e che dobbiamo continuare così". Due gol al passivo, rischiato troppo? "L'importante vincere, onestamente il secondo gol c'è un fallo clamoroso. Non capisco come non si faccia... però non m'interessa, sono soddisfatto dei miei giocatori, che hanno vinto contro un avversario fortissimo". La prestazione di Brahim Diaz e Leao? "Ho chiesto uno sforzo importante, ma per loro è meglio correre in avanti piuttosto che indietro. Tutte le volte che abbiamo recuperato palla siamo stati pericolosi, possiamo permetterci di prendere dei rischi". Una squadra matura nel gestire i ritmi della partita, soprattutto grazie ad innovazioni come la posizione di Theo Hernandez: "E' due anni che questa squadra sta giocando in un certo modo, non dobbiamo accontentarci e rimanere con la volontà di crescita ed essere umili. Sappiamo che l'Atalanta ha fase difensiva aggressiva, abbiamo provato ad entrare con i terzini, la cosa importante è essere dinamici e liberare gli spazi". Buona anche la risposta sul campo di Kessie: "Non ho dubbi sulle sue qualità, quello che riguarda il contratto sono cose che esistono nel nostro ambiente. Ma lui è nel progetto e lo è con grande disponibilità. Ha giocato tantissimo, ha bisogno di recuperare per il fisico che ha. La sua prestazione mi ha ricordato molto la sua ultima di campionato proprio a Bergamo. E' un titolare di questa squadra, come molti altri".

Junior Messias

Le dichiarazioni di Paolo Maldini sul futuro di Ibrahimovic

Un giovane attaccante che punta dritto ai Mondiali del 2022, mentre ride e si mangia una fetta di torta nell’immenso centro sportivo di Milanello tra sorrisi e pacche sulla spalla. I primi 40 anni di Zlatan Ibrahimovic sono passati così, tra un allenamento per recuperare la condizione fisica migliore (lo svedese sfrutterà la pausa per le nazionali per ripresentarsi a disposizione di Stefano Pioli alla ripresa del campionato, nel match del 18 ottobre di San Siro contro il Verona), la gigante torta immortalata anche dai canali social del club rossonero e tanti, tanti sorrisi. Perché Ibrahimovic, per questo Milan, è ancora estremamente importante. Lo sanno i compagni di squadra, lo sanno anche i dirigenti rossoneri. Tanto che Paolo Maldini, il direttore dell'area tecnica del Diavolo, si è sbilanciato non poco parlando dello svedese prima di Atalanta-Milan: «L'idea è di rivederlo dopo la sosta, non ha lesione ma un dolore al polpaccio - ha ammesso - la sua gestione sarà una gestione particolare: il dialogo con l'allenatore è fondamentale per capire quando giocare e quando no».

Possibilità di Scudetto? Alte

Perché questo Milan ha bisogno di tutti, per poter raggiungere i suoi obiettivi: «Scudetto? L'idea nostra è quella di migliorare - ha proseguito Maldini prima di Atalanta-Milan - sappiamo la differenza tra il piazzarsi bene e vincere. Al Milan la conosciamo bene: è una differenza sottile, ma è questo lo step difficile da fare». In campo, ieri, anche Kessie tra i titolari, lui che ancora non ha firmato il rinnovo del contratto con il club che scadrà a fine stagione «C'è la gestione della partita che si affronta: cerchiamo di mettere i migliori in campo. La gestione dei contratti la facciamo noi, la gestione del campo la fa l’allenatore».

ll compleanno di Zlatan Ibrahimovic

Dirigenti e allenatori tutti concordi, invece, su Ibrahimovic. Nonostante le 40 candeline, nonostante i tanti guai fisici e nonostante qualche malalingua che ormai lo bolla da tempo come finito. Lui, Ibra, vuole ancora stupire, non dare nulla per scontato e prendersi la scena. Anche se Atalanta-Milan l'ha vissuta da spettatore. Non a caso ha anticipato al sua festa di compleanno a Milanello di un giorno: per essere diverso, per mettersi in mostra; ma anche per non distrarre i compagni che stavano preparando la delicata trasferta di Bergamo. Lo svedese ha voluto che tutti i compagni e i dipendenti del club partecipassero al brindisi. Il club, per conto suo, ha fatto preparare una torta da 22 kg e 500 fragole, pasta frolla su un disco di cioccolato bianco e pasta di zucchero, il volto stilizzato di Ibra in cioccolato fondente, senza candeline ma con una scritta molto chiara: Always IZ, vale a dire «Sempre Ibrahimovic Zlatan».

La voglia del Mondiale di Qatar 2022

Perché tutti, società e diretto interessato, stanno già pensando al futuro: ad un nuovo rinnovo di contratto, per un altro anno, per un’altra stagione. Perché l’obiettivo dei Mondiali di Qatar, nel 2022, non è mai tramontato nella testa dell’attaccante svedese, costretto in qualche modo per il secondo anno consecutivo a non poter festeggiare a dovere il suo compleanno: l'anno scorso, infatti, a causa del Covid-19, era stato costretto a trascorrere il giorno del suo compleanno in quarantena. Per consolarsi, si è voluto regalare una Porsche 911 Targa 4S Heritage Design, una vettura realizzata in solo 992 esemplari.

Il futuro da dirigente per Zlatan Ibrahimovic

A volte l’età è solo un numero e questo, Zlatan Ibrahimovic, lo sa bene. Lui che, tornato al Milan a gennaio del 2020 dopo la prima esperienza vittoriosa tra il 2010 e il 2012, ha ridato vita ad un gruppo alla deriva, che dopo lo 0-5 rimediato a Bergamo proprio contro l’Atalanta il 22 dicembre del 2019 sembrava ormai abbandonato ad un’altra, anonima, stagione. Invece, in meno di due anni, anche grazie al suo contributo è tutto un altro Milan, con un secondo posto in Serie A e una qualificazione alla Champions League in saccoccia: «Sono come Benjamin Button» ha dichiarato lo svedese più volte. Invece di invecchiare, in sintesi, lui ringiovanisce. La sua testa, meno il suo fisico con il quale deve ormai convivere e deve comprenderne pregi e difetti: «Non sono Superman» un’altra delle sue recenti frasi. Che forse cozza con l’epiteto di novello Benjamin Button ma questo poco importa, perché Zlatan è fatto così, fuori dagli schemi sempre e comunque. Leggete uno dei tanti libri presenti su di lui, scritti da suoi ex compagni e o scritti dallo stesso Ibrahimovic, troverete tantissimi aneddoti che meglio spiegano il personaggio Zlatan.